Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2012 alle ore 06:41.

My24


GENOVA
Svuotare i serbatoi della Costa Concordia dal carburante (bunker) di cui sono pieni potrà costare all'armatore, coperto però dalle assicurazioni, una cifra entro i 10 milioni di euro. Mentre per la rimozione del relitto si parte da 30 milioni per salire fino a 100. La somma, fornita da esperti del settore, è variabile perché dipende dalle condizioni meteomarine ma anche da due diverse opzioni. La prima è che lo scafo possa essere rimesso in condizioni di galleggiare. Un'eventualità che dovrebbe consentire un esborso minore. La seconda è che il relitto sia irrecuperabile. E che si debba asportarlo tagliandolo a pezzi. I tecnici spiegano che la Concordia dovrebbe essere tranciata in 114 parti. Senza contrare che un movimento brusco della nave potrebbe farla precipitare in basso, nella fossa di 70 metri in cui finisce il pendio inclinato sul quale è appoggiata.
Comunque vadano le cose, e anche lavorando velocemente, come ha chiesto il titolare dell'Ambiente, Corrado Clini, ci vorranno mesi perché il colosso semiaffondato possa essere rimosso. Ma il piano di svuotamento del bunker sarà consegnato in queste ore alla capitaneria di porto. Poi sarà stilato il piano di rimozione del relitto.
L'incarico per lo svuotamento del carburante è stato affidato a uno specialista assoluto dei recuperi: la Smit Salvage di Rotterdam. Massimiliano Iguera, responsabile della Cambiaso Risso Service, agente italiano della società, è all'isola del Giglio dove, con Richard Janssen, amministratore delegato della Smit, sta mettendo a punto gli ultimi dettagli del piano per il bunker. È p probabile che alla Smit sia affidato anche il recupero dello scafo. «Per il combustibile - spiega Iguera - stiamo lavorando con 30 persone: abbiamo rimorchiatori (forniti dalla Neri di Livorno, ndr), mezzi antinquinamento e il pontone Meloria, sul quale saranno stati caricati 5 Tir provenienti dall'Olanda, con impianti di montaggio e p attrezzature pper riscaldare il combustibile».
Il piano da consegnare all'autorità marittima e a Clini, in effetti, presenta diverse possibilità, che variano a seconda delle condizioni che i tecnici sommozzatori individueranno sullo scafo della nave. Concordia contiene circa p2. 4 p00 tonnellate di carburante: 17 serbatoi di Ifo 380, per i motori principali, e 4 serbatoi di gasolio Mdo (marine diesel oil), per i motori ausiliari. Per svuotarli, il piano prevede due tecniche alternative. La prima, più semplice, è di collegarsi alle valvole di intercettazione del bunker di ciascuna cisterna. Nel caso questo fosse impossibile, la Smit metterà in campo l'impianto hot tapping, che permette di forare la lamiera del serbatoio, senza far uscire carburante e di introdurre una pompa che aspira bunker e lo sostituisce immettendo acqua, in modo da non inficiare la stabilità della nave inclinata. Poiché i motori sono ormai spenti da tempo e il carburante è poco fluido, probabilmente sarà necessario riscaldarlo, con un macchinario pche produce calore che viene incanalato nelle cisterne con l'hot tapping. «Per completare il tutto p - dice Iguera - ci vorranno settimane».
Anche per un'eventuale piano di recupero della nave (che Smit studierà solo se pne avrà l'incarico) ci sono diverse soluzioni. Se si giudicherà recuperabile la nave, si dovranno tappare le falle, svuotare l'acqua presente a bordo e poi saldare allo scafo strutture d'acciaio, su cui agganciare cavi da tirare con argani posti su chiatte ancorate. Poi la nave sarà rimorchiata in cantiere. Se, invece, Concordia sarà ritenuta irrecuperabile, occorrerà tagliarla a pezzi. «Poiché - afferma Iguera - per sollevare i vari tronconi si devono utilizzare gru galleggianti in grado di sollevare tra le 500 e 2.500 tonnellate. È probabile che la nave, pesante 114mila tonnellate, debba essere tagliata in 114 pezzi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi