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Questo articolo è stato pubblicato il 25 gennaio 2012 alle ore 08:04.

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Ora il tempo stringe. Per il Governo Monti la prova della legalità e dell'ordine pubblico non è meno importante della tenuta dei conti pubblici. È un esame di maturità, soprattutto dopo il tragico incidente di ieri, e l'opinione pubblica osserva. Dalla sua il presidente del Consiglio ha una carta preziosa: finora le forze politiche hanno isolato gli autotrasportatori. Unica eccezione, la Lega. Poi c'è qualche 'cane sciolto' del Pdl, personaggi non certo di primo piano.

Il resto del Parlamento condanna la 'serrata' e i gravi disagi imposti alla popolazione. Oppure tace, in attesa degli eventi: soprattutto di vedere come se la caveranno i 'tecnici'.

È una situazione sul filo del rasoio. Ma è chiaro che Monti e il suo ministro degli Interni hanno l'occasione di dimostrare fermezza e decisione, quello che in sostanza vuole la grande maggioranza degli italiani. La Sicilia ora si avvia a una normalità accettabile, come ha riferito la responsabile del Viminale in Parlamento, ma ci sono voluti giorni e giorni, oltre a uno strascico di polemiche. Difficile immaginare che nel resto d'Italia si sia disposti ad aspettare tanto. Se oggi il quadro generale non migliorerà in maniera sensibile, ci si attende che il governo prenda misure risolutive. E c'è da credere che una prova di severità, volta a garantire gli approvvigionamenti e la libera circolazione delle merci sul territorio nazionale - in base peraltro a una precisa e ben nota normativa dell'Unione - consoliderà la credibilità e il rispetto di cui gode il premier. Ma, appunto, il tempo stringe.

La finestra di opportunità è tuttora aperta perché, come si è detto, i partiti non appoggiano la protesta, anche se alcuni di loro restano stranamente silenziosi. Ma la debolezza e l'incertezza sono due comportamenti che l'esecutivo 'tecnico' non può permettersi perché avrebbero un vecchio sapore che gli italiani non capirebbero e ancor meno gradirebbero. In ogni caso oggi potrebbe essere il giorno della svolta.

Sarà anche il giorno in cui il presidente del Consiglio andrà alla Camera a parlare d'Europa e delle iniziative italiane nella cornice dell'Unione. Vedremo i partiti che sostengono l'esecutivo presentare una mozione unica, firmata da Pdl, Pd e terzo polo. Di tale documento si era già parlato nei giorni scorsi come di un passo avanti rilevante nell'appoggio offerto dalla non-coalizione tripartita al premier. Oggi potremo verificare in modo formale questo consolidamento della base parlamentare, secondo una linea piuttosto coerente che parte dall'Europa, ma tende ad abbracciare inevitabilmente anche il pacchetto delle liberalizzazioni. Le parole pronunciate dal segretario del Pdl, Alfano, sono state chiare al riguardo e collimano nella sostanza con le posizioni espresse da Bersani e Casini. Esistono alcuni distinguo e un po' di malumore nel partito di Berlusconi, ma la situazione sembra sotto controllo.

In definitiva il terreno di gioco è diviso in due settori. Da un lato Monti continua a costruire il profilo della politica economica del governo, o se si vuole il profilo 'tout court' di un'Italia che vuole sentirsi pienamente europea tra gli europei. Una missione per la quale c'è un consenso politico e parlamentare ogni giorno più chiaro. Dall'altro lato questo stesso governo deve tenere a bada la piazza, usando all'occorrenza il pugno di ferro. Cosa che gli procurerà qualche critica, ma gli farà guadagnare anche molti consensi. Finora Monti e il ministro Cancellieri hanno agito con prudenza e forse hanno fatto bene. Ma fino a quando?

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