Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 24 gennaio 2012 alle ore 06:40.

My24


MILANO
Nel 2011 le imprese sono rimaste molto prudenti nel chiedere prestiti alle banche. Ma non hanno smesso di rivolgersi agli istituti di credito per finanziare le proprie attività nonostante il momento di congiuntura difficile. Secondo i dati del barometro Crif, rispetto al 2010 il calo della domanda di credito delle imprese sia individuali che società di persone e di capitali è stato solo dell'1%. Una sostanziale "tenuta" che - sottolinea il Crif in una nota - molti analisti non avevano previsto temendo un crollo che invece non c'è stato. E molto meglio di come era andato il 2010, anno in cui la riduzione della domanda di prestiti da parte delle imprese era stata del 5 per cento. I dati sono elaborati sulla base del patrimonio informativo di EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF che raccoglie i dati di oltre 8 milioni di linee di credito attribuite a utenti business. A condizionare il dato 2011 è stato soprattutto l'andamento del secondo semestre, segnato dalla crisi del debito sovrano che ha pesato sull'andamento dei mercati e ha provocato una situazione che a fine anno si è avvicinata molto al credit crunch: «In alcune parti del sistema è già in corso» ha detto solo una settimana fa il presidente della Bce, Mario Draghi.
L'impennata dei rendimenti dei titoli di Stato e le richieste dell'Eba alla banche su requisiti di capitale più alti hanno determinato un aumento del costo della raccolta per le banche che non poteva non trasferirsi ai tassi richiesti alle imprese. Ecco spiegato il rallentamento che ha portato a chiudere l'anno con il segno negativo. Guardando all'evoluzione mese per mese dei prestiti nel 2011, si nota il picco di dicembre (+8%) senza il quale il bilancio finale dei 12 mesi sarebbe stato più negativo. Secondo Enrico Lodi, direttore generale di Credit bureau services di Crif questo exploit «non deve ingannare perché si basa su un confronto con il dato di dicembre 2010 che era debole e probabilmente è legato anche al timore delle imprese di una nuova recessione all'inizio del 2010». Insomma, meglio mettere fieno in cascina finché il mercato lo consente. «In estrema sintesi - ha detto ancora Lodi - possiamo dire che l'attuale contesto macroeconomico si caratterizza, da un lato, per una richiesta di credito da parte degli operatori economici sostanzialmente stabile e, dall'altro, per la prudenza delle politiche di erogazione adottate dagli istituti bancari». Nel 2011 è aumentata sensibilmente la richiesta di importi nella classe più bassa, fino a 5mila euro rispetto all'anno precedente, spinta solo dalle richieste delle società mentre è rimasta stabile quella delle ditte individuali. La conseguenza è che si riduce sensibilmente l'importo medio dei finanziamenti che è stato di poco superiore ai 38mila euro, contro i 45mila euro del 2010 e i 45.500 del 2009.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi