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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2012 alle ore 06:42.

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La Torino-Lione si farà grazie a un corposo taglio dei costi alle opere. Taglio in senso lato: lo strumento che abilmente è stato usato per produrre il risultato migliore è la cosiddetta «fasizzazione». Si fa finta di rinviare, ma in realtà si cancellano per sempre opere pesanti (e inutili). Per la tratta nazionale si fa ricorso alla linea storica e certi funambolismi e progetti faraonici del passato vengono accantonati per sempre. «Frugalità» delle opere è l'espressione che va molto di moda oggi fra chi ha la responsabilità di realizzare opere. Era successo già con l'autostrada tirrenica e pure lì, dopo anni di conflitti sul territorio sulla variante da usare, il buon senso aveva messo d'accordo tutti – sindaci, verdi, concessionario, politici – proprio con un'operazione al risparmio. Sarà forse che l'Italia tutta oggi si scopre «frugale», ma che questo tocchi anche le grandi opere non è male.
Al punto sta accadendo tutto questo (e non è un sogno) che anche nel recente decreto legge per le liberalizzazioni e la crescita un articolo si intitola proprio alla battaglia contro l'overdesign ferroviario: via ogni forma di ridondanza normativa che fa montare i costi. Ovviamente senza compromettere la sicurezza, priorità che resta assoluta, ma non è detto che il progetto si debba appesantire di un eccesso di materiali o di perscrizioni progettuali inutili. Ha senso su brevi tratti portare la velocità progettuale a 300 chilometri l'ora se il treno in quello spazio non ci arriva o magari contribuisce a risparmiare solo qualche minuto a fronte di qualche centinaio di milioni di spesa? Oppure è necessario prevedere l'alta velocità passeggeri in abbinata con il trasporto delle merci?
Ora si apre una fase che prevede la revisione di molti progetti ferroviari già in corso per abbattere i costi. Tunnel del Brennero, Terzo valico, Milano-Padova, Napoli-Bari sono tutte opere che passeranno al trattamento low cost: o si realizzeranno con gli sconti sui costi o non si realizzeranno proprio. La lezione della Tirrenica e della Torino-Lione servirà ora a rilanciare opere che sembravano morte per mancanza di fondi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA di Giorgio Santilli

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