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Questo articolo è stato pubblicato il 01 febbraio 2012 alle ore 06:43.

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«Il freddo c'è sempre stato. Oggi, a differenza del passato, siamo in grado di prevederlo con una settimana di anticipo. Quindi, cerchiamo di usare meno toni apocalittici e più pragmatismo».
Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana e noto al grande pubblico per le sue "lezioni" sul clima alla trasmissione di Rai 3 "Che tempo che fa", non sopporta gli allarmismi superficiali.

«Non possiamo dire oggi se sarà la settimana più fredda da 27 anni o da 56. È come per l'andamento della Borsa o le partite di calcio: possiamo fare previsioni basandoci sugli elementi in nostro possesso, ma solo con i dati reali in mano potremo produrre analisi e statistiche». Allora potremo sapere se l'ondata di gelo dall'Est avrà superato quella del 1991, oppure quella del 1985, o ancora il «riferimento mitologico del dopoguerra» – come lo definisce Mercalli –: quel 1956 quando gelarono gli ulivi in Costa Azzurra.

La nevicata, iniziata ieri sulle regioni del Nord e del Centro, dovrebbe proseguire tra oggi e domani su Emilia-Romagna, area adriatica, Toscana. Anche Lazio. «La particolarità – spiega Luca Mercalli – è che a differenza delle nevicate "temperate" con termometro intorno allo zero, cui siamo abituati, questa volta è una nevicata "nordica" con -3° o -5°». Insomma, al posto del pantano, anche in città asfalto più insidioso e ghiacciato. Ma, sottolinea il meteorologo, «le auto di oggi sono tecnologicamente attrezzate. Basta andare piano e magari montare le catene invece di tenerle nel baule».

Alla neve seguirà il temuto freddo: «Il picco è previsto tra venerdì e sabato – afferma Mercalli – con temperature fino a -15° in Pianura padana, e termometro sottozero (anche fino a -5°) a Roma e al Centro». Danni all'agricoltura? Poco probabili nelle aree settentrionali, dove molte colture sono «in dormienza»; qualche rischio per gli ulivi, in Toscana e Liguria e nelle zone del Nord dove sono stati introdotti. «Le gelate – sottolinea Luca Mercalli – potrebbero creare problemi al Sud, ma molte coltivazioni sono normalmente in serra. Diciamo che sono quasi più pericolose le gelate impreviste di aprile».

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