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Questo articolo è stato pubblicato il 03 febbraio 2012 alle ore 11:26.

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Dopo Spanair, restano a terra anche i voli della compagnia aerea ungherese Malev (Reuters)Dopo Spanair, restano a terra anche i voli della compagnia aerea ungherese Malev (Reuters)

Dopo 66 anni di servizio anche la compagnia aerea ungherese Malev, fondata nel 1946, resta a terra affossata da 270 milioni di dollari di debiti.
«Dalle sei di stamani, dopo 66 anni, Malev non decolla più», si legge in un comunicato della compagnia, che conta 2.600 lavoratori ed è responsabile del 40 per cento dei voli sull'aeroporto Ferenc Liszt di Budapest. Solo oggi erano previsti 64 voli in partenza e centinaia di passaggeri sono rimasti a terra senza sapere quando potranno partire. La polizia ha aumentato la presenza all'aeroporto per prevenire possibili proteste e rivolte.

Ieri il Governo aveva tentato d'evitare il blocco della attività nominando un amministratore straordinario e scudando la compagnia dai creditori. La mossa era arrivata dopo che, il 9 gennaio, la Commissione europea aveva ordinato alla Malev di restituire gli aiuti di stati ricevuti in diverse forme tra il 2007 e il 2010, pari a 38 miliardi di fiorini (126 milioni di euro), una somma pari alle sue entrate nel 2010.
«Nonostante il suo interesse, la proprietà non può più fornire le risorse finanziarie per le attività della compagnia dopo la decisione di condanna della Commissione europea», spiega il comunicato.

La compagnia è stata privatizzata nel 2007 e acquisita da un consorzio russo. Nel 2010 il Governo l'ha rinazionalizzata e ha cercato di coprire il suo buco con metodi che la Commissione ha giudicato illegittimi in quanto aiuto di stato.

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