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Questo articolo è stato pubblicato il 05 febbraio 2012 alle ore 08:12.


Un'azione anticrisi, particolarmente utile alle aziende in questa fase di credit crunch. E che contemporaneamente combatte la criminalità, in particolare togliendo terreno al fenomeno dell'usura: si tratta di un rating salva imprese connesso alla legalità, nel rispetto di Basilea 2.
È la proposta maturata in Confindustria per favorire i comportamenti etici, dando un segnale concreto alle imprese impegnate nel rispetto dell'etica e contro le mafie. «L'accesso al credito è una delle difficoltà maggiori che vivono oggi le aziende in questa fase di crisi. Riconoscere un rating migliore a chi rispetta la legalità e la sicurezza è un premio alle imprese oneste e uno stimolo per tutte ad avere comportamenti non collusi con la criminalità», dice Antonello Montante, che nel vertice della Confederazione ha la delega preposta ai rapporti con le istituzioni impegnate nel controllo del territorio. Un ruolo ad hoc, voluto proprio dalla presidente Emma Marcegaglia, che ha sempre considerato la legalità una delle mission prioritarie del suo mandato.
«Bisogna trasformare l'impegno delle imprese su questo versante in un vero e proprio fattore di competitività», insiste Montante, che ha lanciato l'idea del rating salva imprese nei giorni scorsi, raccogliendo un consenso bipartisan nel mondo politico, dal segretario Pdl Angelino Alfano al numero due del Pd, Enrico Letta, all'Idv e alla Lega, al vice presidente del Csm, Michele Vietti. Oltre ad un plauso nel governo, in primis i ministri della Giustizia e dell'Interno, Paola Severino e Anna Maria Cancellieri.
Proprio con il ministro dell'Interno Montante affronterà questi temi, in un incontro previsto la prossima settimana, mercoledi 8 febbraio. Sottoponendo alla Cancellieri alcune proposte: estendere all'Abi, l'Associazione bancaria italiana, e alla DNA, Direzione Nazionale Antimafia, il protocollo di legalità firmato nel 2010 da Confindustria con il precedente ministro Roberto Maroni, inserendo Abi e DNA nella commissione che è stata costituita presso l'Interno tra Confindustria, ministero e forze di polizia, dopo la firma del protocollo.
«Le imprese che aderiscono prendono impegni rigorosi nella presentazione di documentazione antimafia, nella selezione dei partner e dei fornitori. Inoltre queste aziende si impegnano a denunciare gli illeciti e a collaborare nella lotta al lavoro nero e al riciclaggio. Il rating salva imprese aiuterebbe a diffondere l'adesione a questi protocolli», spiega Montante, che in Sicilia nel 2005, da presidente dell'associazione industriali di Caltanissetta, è stato il promotore del primo protocollo per la legalità a livello imprenditoriale. Una delle tappe che poi hanno portato a gennaio 2009 alla firma di un protocollo per la legalità a livello di Confindustria, che prevede, tra i vari punti, l'espulsione per chi non denuncia connivenze con le organizzazioni criminali.
Il coinvolgimento del sistema bancario è fondamentale per realizzare il rating salva imprese. Per questo Montante pensa anche ad un accordo tra Confindustria e Abi che preveda un percorso agevolato di accesso al credito per le imprese virtuose. «Nell'attribuzione del rating da parte degli istituti bancari c'è una parte discrezionale. Tra gli elementi andrebbero valutate positivamente le azioni per migliorare le attività di legalità nell'impresa».
In questa fase di crisi congiunturale, che non sarà breve, secondo Montante c'è il rischio che le imprese in difficoltà possano finire nella rete della mafia e degli usurai. Inoltre nelle aree più difficili e più a rischio sicurezza le imprese che operano nel rispetto della legalità e della trasparenza, in modo etico, sono ancora più penalizzate, costrette a sopportare costi aggiuntivi. «Proprio in queste realtà il rischio sicurezza determina inoltre un consistente innalzamento del costo del credito», continua Montante.
L'Abi quindi dovrebbe sensibilizzare le banche a prendere in considerazione la legalità nell'attribuzione del rating, in ordine alla tipologia degli affidamenti e al costo del finanziamento. Certo, resta da definire, ed è una questione che Montante affronterà con il ministro Cancellieri, quale dovrà essere il soggetto preposto a certificare, in modo snello, che l'impresa in questione sia etica e virtuosa. E vanno anche individuate le modalità che attestino il rispetto degli impegni assunti da parte delle imprese che aderiscono al protocollo. Un terreno, comunque, assicura Montante, su cui Confindustria vuole andare avanti.
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