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Questo articolo è stato pubblicato il 06 febbraio 2012 alle ore 09:34.

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Obiettivo risparmio e lotta alle frodi per la nuova Rc autoObiettivo risparmio e lotta alle frodi per la nuova Rc auto

Il decreto liberalizzazioni contiene una composita griglia di misure per risolvere l'eterno nodo della Rca. Da anni ci sono, da un lato, le imprese che puntano il dito sugli oneri dei sinistri e, dall'altro, i consumatori che si lamentano dei prezzi. Quale effetto sui due fronti avranno i cinque articoli (dal 28 al 33) del Dl 1/12 resta tutto da vedere, vista anche l'incognita delle modifiche in sede di conversione.

Le misure
Quel che si devono attendere gli assicurati dalla ricetta predisposta dal Governo Monti si articola in due direzioni: meccanismi per il calo delle tariffe anche con una responsabilizzazione dei clienti stessi e contrasto al fenomeno frodi, tra i principali fattori di costo del sistema.
Tre le leve cruciali per il primo obiettivo: la scatola nera a bordo con sconto sul premio; il confronto tra preventivi obbligatorio; il risarcimento in forma specifica (ossia la riparazione diretta) in alternativa al rimborso in forma equivalente; la perizia del veicolo da assicurare. Più complessa (e destinata a entrare in vigore in via progressiva) la "macchina" messa a punto per arginare le frodi nel ramo, con interventi quali la sospensione della procedura risarcitoria qualora, dalla banca dati sinistri dell'Isvap, emergano sospetti di frode; obbligo per le imprese di una relazione annuale all'Isvap sui casi di sinistri "sospetti" con le azioni adottate; giro di vite su medici e periti che attestino falsi danni e lesioni. E stop ai contrassegni contraffatti con la dematerializzazione del tagliando cartaceo e via a controlli elettronici.

Punti da chiarire
«I provvedimenti approvati sono condivisibili ma hanno un'efficacia relativa ai fini della riduzione dei costi e quindi dei premi – osserva Vittorio Verdone, direttore Auto dell'Ania, l'associazione delle imprese –. Invece i prezzi si riducono con interventi mirati sui costi. Le misure che responsabilizzano maggiormente il danneggiato in chiave antispeculativa sono utili ma non sempre ben definite né di facile applicazione. Ad esempio non è chiaro a che cosa si riferisca il 30% di taglio del rimborso a chi opti per il risarcimento in forma equivalente. Poi i 30 giorni di sospensione dell'offerta risarcitoria quando si sospetti una frode non bastano per gli approfondimenti del caso, tanto più che alla scadenza si deve procedere a un'offerta o a una querela. E per i contratti con scatola nera, la previsione di riduzioni tariffarie in combinato con la tenuta dei costi di tali meccanismi in capo alle imprese rischia di impedire effettivi vantaggi per i consumatori, poiché altera gli equilibri economici su cui si fondano le offerte del mercato».
A destare perplessità per l'Ania è anche la norma che abbassa a 5 giorni il termine per la perizia dei danni, quando la compagnia deve procedere al risarcimento comunque, anche se l'assicurato decide di non procedere alla riparazione.

Nodo perizie
«Si mette ulteriormente a rischio la qualità della perizia nella Rca – osserva Antonio Pietrini, presidente Asais, associazione per l'analisi degli incidenti stradali e presidente onorario di Aicis (consulenti infortunistica stradale) –. Termini così stretti non sono compatibili con le attuali tariffe che hanno già costretto molti validi professionisti all'abbandono del settore. Uno studio, per sopravvivere, oggi deve effettuare almeno 1.500 perizie all'anno, un volume che non consente verifiche istantanee mirate ed è compatibile solo con una gestione con sopralluoghi organizzati programmabili su più perizie. L'impegno previsto dalla nuova norma ridurrebbe molto il numero di perizie praticabili, che quindi dovrebbero essere pagate il triplo, con conseguenze che, anche ingiustificatamente, le compagnie farebbero ricadere sui premi. E già ora gli assicurati che non provocano incidenti (oltre il 90% del totale) pagano anche per quel 10% che invece li provoca, poiché la fase liquidativa è carente di istruttoria e un sinistro su tre è liquidato senza un'effettiva individuazione delle responsabilità, con liquidazioni a entrambe le parti, che finiscono col rappresentare più del 100% del dovuto».

Confronto
Quanto all'obbligo dei tre preventivi, il limite evidenziato da operatori e consumatori (si veda l'articolo a fianco) è che difficilmente l'intermediario presenterà proposte più concorrenziali rispetto a quella della compagnia mandataria. «Inoltre – aggiunge Verdone – le imprese devono predisporre strumenti informatici, una modulistica uniforme, istruire gli intermediari. Il processo gestionale rischia insomma di tradursi in ulteriori oneri, quando peraltro gli assicurati già oggi dispongono di strumenti per realizzare autonomamente più preventivi e metterli a confronto, in primis i siti delle compagnie o i portali online».
Per l'Ania ci sarebbero altri due importanti carte che il Governo potrebbe giocare per risolvere il nodo Rca: «emanare la tabella per la valutazione economica dei danni gravi alla persona prevista dall'articolo 138 del Codice delle assicurazioni ed estromettere dai risarcimenti le pseudo-lesioni lievissime che non siano provate da accertamenti diagnostici stumentali. Due misure – conclude Verdone – che porterebbero a una riduzione dei costi e dei prezzi del 20 per cento».

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