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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2012 alle ore 09:49.

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Un fatturato fra i 30 e i 150 milioni di euro. Con vocazione alla crescita in un orizzonte di medio-lungo termine, proiezione internazionale e leadership di mercato. È questo l'identikit dei 'gioiellini' del made in Italy che potrebbero rispondere al nuovo richiamo di Borsa Italiana. Debutta infatti il prossimo 1° marzo Aim Italia - Mercato alternativo del capitale, la nuova piattaforma dedicata alle Pmi con un percorso di quotazione rapido e requisiti più light. Un'altra strada per reperire capitali in tempi sempre più difficili per ottenere credito dalle banche, che lunedì scorso ha ricevuto anche la 'benedizione' del premier Monti, perché «una Borsa con un maggior numero di Pmi quotate ‐ ha detto di fronte alla comunità finanziaria di Milano ‐ può contribuire alla crescita del Paese».

Il nuovo listino è il risultato di un restyling a misura di «piccoli», frutto della fusione tra i due mercati dedicati già esistenti, Aim Italia e Mac, che, complice la crisi, non sono mai decollati. La prima ha iniziato le contrattazioni l'8 maggio 2009 sulle orme dell'Aim londinese e conta oggi 14 Pmi quotate. Mentre sono dieci quelle sul Mac, nato nel dicembre 2006 e inglobato nel circuito di Palazzo Mezzanotte nel settembre 2010. Due realtà ancora di nicchia con una capitalizzazione complessiva di 617 milioni di euro. E con scambi che nel 2011 si sono attestati a 28 milioni di euro.
«La nuova piattaforma ‐ spiega Luca Peyrano, responsabile del primary market di Borsa Italiana ‐ eredita il meglio dei due mercati: dal Mac la profonda conoscenza delle imprese e un percorso flessibile per l'avvio degli scambi; dall'Aim un focus sulla solidità degli investitori e un approccio paneuropeo. La nuova formula è un tentativo di cambio di rotta: il tessuto imprenditoriale italiano è fatto di piccole e medie imprese, ma spesso il mercato è strutturato più a misura di quelle di più grandi dimensioni. Nel nostro database abbiamo un centinaio di aziende che potrebbero essere potenzialmente interessate».
Borsa Italiana assicura che il processo di quotazione sarà veloce, con tempi di risposta di dieci giorni dalla ricezione della domanda. Per meglio captare le esigenze dei 'piccoli' non è richiesta una capitalizzazione minima, mentre serve un flottante di almeno il 10 per cento. Oltre ai princìpi contabili internazionali (Ifrs) valgono anche quelli italiani. Le aspiranti matricole dovranno poi avere un bilancio certificato. A fare da Virgilio in tutto il percorso prima e dopo il debutto sarà il Nomad, acronimo di nominated advisor. Ad oggi sono 15 quelli iscritti al registro di Piazza Affari.

A indicare la rotta per andare incontro alle esigenze delle Pmi è stato un advisory board, composto da 15 membri e presieduto dal numero uno della Piccola Industria di Confindustria, Vincenzo Boccia, che ha coinvolto tutti gli attori del mercato. Con il debutto non terminano però i lavori dell'organismo, che si concentrerà ora sulla 'fase 2'. «Il vero problema oggi ‐ sottolinea Barbara Lunghi, reponsabile mercati Pmi per Borsa Italiana ‐ non sono tanto le aziende disposte a mettersi in gioco sul mercato, ma l'esigenza di trovare investitori dedicati». Venti o trenta soggetti, le fa eco Peyrano, «stock picker in grado di valutare le società singolarmente e con una capacità di gestione di 30-50 milioni di euro ciascuno». A breve partirà infatti un roadshow informale tra banche, società di assicurazione e fondi di investimento per presentare le nuove opportunità.
«Il rafforzamento patrimoniale, l'equilibrio e la diversificazione delle fonti di finanziamento ‐ sottolinea Boccia ‐ sono una via obbligata per compensare le difficoltà che le imprese incontrano nell'accesso al credito. La semplificazione del percorso di quotazione è senza dubbio un elemento che può facilitare l'incontro tra Pmi e Borsa. È questo l'obiettivo che l'advisory board si è dato nel definire le caratteristiche della nuova piattaforma: abbiamo preso i punti di forza del Mac e dell'Aim Italia e li abbiamo concentrati in un unico mercato, cercando così di creare le basi per lo sviluppo di una nuova finanza delle imprese».
Iter più snello, ma non solo. «Se alla semplificazione del processo di quotazione ‐ conclude Boccia ‐ si aggiunge, per esempio, un'agevolazione fiscale per abbattere i costi di quotazione, l'incontro tra Pmi e Borsa potrebbe essere ulteriormente favorito».

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