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Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2012 alle ore 08:11.

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MILANO. Salvo sorprese dell'ultima ora, la nuova moratoria sui prestiti alle piccole e medie imprese si limiterà per ora solo ai finanziamenti a medio e lungo termine. Ieri sera i particolari erano ancora in via di definizione, ma le linee principali dell'accordo che sarà firmato oggi a Palazzo Altieri a Roma hanno cominciato a circolare tra banchieri e imprenditori che da settimane aspettavano una conclusione positiva della trattativa.

L'avviso comune tra l'Abi e le associazioni delle imprese avrà validità per tutto il 2012. Perciò le imprese potranno chiedere fino al 31 dicembre la sospensione delle rate di rimborso. La moratoria potrà durare 12 mesi per i mutui e 6 mesi per i contratti di leasing. Un elemento molto atteso, quest'ultimo, dal momento che il peso delle rate derivanti da questi contratti è generalmente molto elevato. L'adesione alla moratoria non comporterà l'aggiornamento del tasso di interesse applicato al prestito. E questo probabilmente è l'elemento che costa di più alle banche ma che è più gradito alle imprese che non dovranno subire l'aumento delle spese per interessi.

Come era stato anticipato nelle scorse settimane, alla moratoria potranno accedere anche le imprese che hanno già beneficiato dell'accordo del 2009, ma solo per i contratti di finanziamento che non hanno già usufruito della vecchia moratoria. I vecchi prestiti che hanno già beneficiato della sospensione potranno godere invece di un allungamento del periodo di rimborso, distribuendo su una durata più lunga e quindi su più rate l'importo residuo.

L'allungamento delle rate è una novità rispetto all'avviso comune del 2009, anche se diversi istituti l'avevano applicato autonomamente. Secondo le anticipazioni, l'accordo prevede che in questo caso il prolungamento dei tempi di pagamento senza sospensione non potrà essere superiore al doppio del tempo residuo previsto dal piano di ammortamento originario. Il tasso di interesse resterà invariato solo se sommando la durata residua e quella derivante dal prolungamento non va oltre la fine del 2015. Altrimenti i tassi saranno aggiornati tenendo conto della struttura attuale del costo del denaro che - salvo situazioni particolari - è penalizzante per le imprese.

Sulle altre misure ipotizzate per agevolare l'accesso al credito delle piccole e medie imprese e arginare il credit crunch si continuerà a lavorare, alla ricerca di formulazioni tecniche efficaci per le aziende e non troppo costose per le banche. O strutturando 'soluzioni di sistema', come nel caso del supporto al finanziamento del capitale circolante attraverso lo smobilizzo dei crediti delle imprese verso la Pubblica amministrazione. Su questo fronte è fondamentale il ruolo del Governo.

Tra le misure che sono state discusse ma - stando alle anticipazioni - per ora sono state rinviate ci sono anche i finanziamenti a 18 mesi sulle scorte, le fatture a 270 giorni, le operazioni con provvista della Cdp e interventi per le imprese che ricapitalizzano con le agevolazioni fiscali (Ace) previste a dicembre scorso dal decreto Salva-Italia.
Twitter@chigiu

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