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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2012 alle ore 08:46.

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Da una parte ci sono settantacinque anni di storia culminati con un inglorioso fallimento; dall'altra c'è un presente con una sfida che ha due capisaldi: il web e l'impegno sulla ricerca per arrivare a dotare le due ruote di motori ibridi. «Ci stiamo ragionando insieme alla Regione e ad altri partner. Per ora tutti i nostri sforzi sono per questa avventura che sta per iniziare», precisa Sandro Capotosti, presidente di Moto Morini.
Del resto per la storica azienda motoristica di Casalecchio, alle porte di Bologna, è come se quello di oggi fosse un nuovo battesimo.

Sul sito inizierà la vendita del primo modello ideato e messo in commercio dopo il fallimento del maggio 2010. La Rebello (il nome è quello di un modello del 1956 realizzato in soli 20 esemplari) avrà il compito di riallacciare il legame fra l'azienda e la comunità di "morinisti". E per farlo l'unico mezzo sarà il web. Chi vorrà acquistare la moto dovrà necessariamente collegarsi al sito dell'azienda e accaparrarsi i coupon di prenotazione delle Rebello 1200 Giubileo. Ogni giorno saranno in palio 20 diritti d'opzione e sul sito si scoprirà un tassello della nuova moto, visibile nella sua interezza al pubblico il 14 aprile, ultimo giorno di "asta".

Alla fine le Rebello sul mercato saranno vendute a non più di 13.900 euro (all'asta vanno solo i diritti d'opzione, non il prezzo finale) e saranno 600, non una di più «perché per il 2012 realizzeremo mille moto», cifra alla quale si arriverà con la produzione di altri modelli della tradizione Morini: "Corsaro", "Scrambler" e "Gran Passo". Il tutto con una caratteristica: il rapporto con il cliente sarà diretto e non mediato dai concessionari.
Da qui dovrà ripartire il nuovo corso dell'"aquila d'oro", che ha stregato migliaia di ragazzi negli anni 60 e 70, lanciando sulla scena del motociclismo mondiale anche un giovanissimo Giacomo Agostini. "Ago" aveva provato a ripagare facendosi avanti, con una cordata, per l'acquisto. Non ebbe successo, così come andò a vuoto il tentativo di Paolo Berlusconi, che con la Nuova Garelli mise sul piatto 3,2 milioni per il solo ramo d'azienda, ma dovette ritrarsi per il blocco dei sindacati.

Questo ormai è il passato, come storia è anche il fallimento che ha chiuso una parabola passata attraverso Cagiva, Ducati e un ritorno alla famiglia Morini tramite Maurizio, il nipote del fondatore Alfonso Morini, e la famiglia Berti (per mezzo secolo alla guida della Sinudyne) negli anni 90. L'acme fu nel 2006 con 12 milioni di fatturato. Poi il fallimento e, dopo un'asta andata deserta, l'aggiudicazione a luglio 2011 a una cordata guidata da da Capotosti – fondatore ed ex presidente di Banca Profilo – e Ruggeromassimo Jannuzzelli, altro nome ben noto nella comunità finanziaria per i suoi trascorsi in Camuzzi. Ora il traguardo da raggiungere – entro l'anno – sono i 10 milioni di euro per arrivare a 60 a regime, con 100 dipendenti contro i 24 attualmente impiegati che saliranno a 36 ad aprile, quando inizierà la produzione della Rebello 1200 Giubileo.

«È incredibile – dice Capotosti – come tutti i nostri collaboratori e dipendenti condividano questa sfida. Per farli andare via la sera bisogna letteralmente cacciarli». Di certo il nuovo start della Moto Morini è un segnale positivo per un distretto del motociclo emiliano-romagnolo che, come dimostra il caso Malaguti, ha pagato un forte dazio alla crisi. «Molti fornitori – chiosa Capotosti – non ci sono più. Per fortuna ci sono pazzi come noi e come la famiglia Donati che, acquistando la Verlicchi, una vera fuoriclasse dei telai, ha fatto continuare una storia importante».

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