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Questo articolo è stato pubblicato il 10 febbraio 2014 alle ore 06:42.

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È una macchina strana, inusuale, anticonvenzionale. Decisamente fuori dagli schemi, agli antipodi dal freddo rigore formale e funzionale di certe fin troppo inappuntabili tedesche. La Citroën C4 Cactus è una di quelle auto che farà discutere e sembra volere gridare a squarciagola tutta la sua diversità, la sua voglia di essere pratica, comoda, non aggressiva, funzionale. Ecco la Citroën C4 Cactus in edizione finale, dopo l'apparizione in veste di concept definitivo a settembre sotto i riflettori del salone di Francoforte porta nuove idee e recupera antichi concetti persi nel tempo. Come i paraurti, quelli veri. Sono stati reinterpretati in chiave tecnologica, si chiamano Airbump e sono l'elemento che maggiormente caratterizza questo compatto crossover francese che vuole fondere stile e funzionalità: si tratta di vistosi paracolpi applicati lungo il perimetro della vettura e sono particolarmente evidenti sulla fiancata. Dominano le portiere che risultano protette da questi scudi in poliuretano termoplastico con capsule d'aria all'interno. E così non fanno più paura tutti quegli urti inevitabili nella vita in città comprese le antipatiche sportellate regalate al centro commerciale. Stop dunque con i delicati paraurti in tinta, che fanno la gioia dei carrozzieri. Gli Airbump sono anche un elemento di stile e sono offerti in quattro tinte: nero, grigio, marrone e beige. E questo perché la personalizzazione fa parte di un'auto che punta alla gamification, alla trasformazione in gioco.
La Cactus segna dunque il ritorno dell'auto pratica, quella che non teme i danni, dentro la quale si sta comodi come sul divano di casa e che offre spazio anche per i tanti oggetti che nell'era digitale ci portiamo appresso. Strizza l'occhio come filosofia e impostazione funzionale ad antiche francesi mitiche: dalla Citroen Ami alla Renault 4.
Ovviamente nessun legame in salsa retrò con queste francesine leggendarie, ma solo un tenue fil rouge. Lo stile protettivo e funzionale, ma per nulla povero, lo si ritrova negli interni. La plancia presenta una rivoluzione copernicana: l'airbag del passeggero è stato spostato sul padiglione e così è stato possibile creare un vero porta oggetti, dove ci stanno veramente tante cose e che si apre dall'alto, come un baule. Non a caso sulla superficie sono abbozzate delle cinghie da valigia in pelle. Basta con i portaoggetti striminziti che, scomodi, si aprono verso il basso.
Il resto della plancia, a mensola, è semplice e lineare e ha una forte connotazione hi-tech. Tecnologia semplice e digitale, però. Non una miriade di tasti e tastini, ma un display touch da 7 pollici (di tipo purtroppo resistivo e non capacitivo multitouch) dal quale si governa tutta la vettura o quasi: climatizzazione, audio, navigazione, servizi di connettività e di assistenza alla guida. Il sistema offre funzioni e app da connected car ed è derivato da quello integrato sulla C4 Picasso.
Di fronte al guidatore, un altro panello Lcd. È il quadro strumenti e sembra un tablet. I due schermi insieme descrivono un'interfaccia utente improntata alla massima semplicità, stile Google per intenderci. Anche il cambio è ripensato e semplificato: se si sceglie il robotizzato, nessuna leva sul pianale, nessuna console ingombrante, ma solo tre pulsanti (D, N, R) sotto le boccette d'areazione e le palette al volante. Eliminando la leva si libera ancora più spazio e si creano sedili a effetto sofà: con la simulazione di una seduta unica per guidatore e passeggero. Un ripensamento totale del concetto di distribuzione dello spazio a bordo di un'auto. Ovviamente i sedili sono molto soffici per rispettare il Dna di comodità tipico del Double Chevron. E per dare più luce non manca un tetto panoramico in vetro.
La C4 Cactus vuole essere un'auto stilosa ma economica da comprare e da gestire. Anche la massa è stata ridotta quanto più possibile grazie a una serie di accorgimenti. Gli ugelli del lavavetro sono integrati sulle spazzole per ridurre volume e peso del serbatoio di detergente.
Le dimensioni sono da vettura universale: compatta per la città, ampia abbastanza per i viaggi. È lunga 4,16 metri e larghezza di 1,73 con un bagagliaio di 358 litri. I motori al momento del lancio saranno due benzina, il 1.200 a tre cilindri di 82 cv e un altro 1.200 turbocompresso da 110 cavalli più due turbodiesel: il 1.600 da 92 cv e il millesei da 100 cavalli.
I prezzi? Non sono ancora noti, ma si annunciano aggressivi e si può stimare un listino che partirà da meno di 18mila euro. Sarà in vendita a partire da settembre anche con formule tipo smartphone: si paga a tempo o a in base alle percorrenze.
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