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Questo articolo è stato pubblicato il 17 marzo 2011 alle ore 19:48.

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I francesi di Lactalis in campo per Parmalat. «Abbiamo l'11%». Governo favorevole a una lista italiana (Fotogramma)I francesi di Lactalis in campo per Parmalat. «Abbiamo l'11%». Governo favorevole a una lista italiana (Fotogramma)

Colpo di scena nella contesa per il controllo di Parmalat. La società francese Lactalis ha rilevato l'11,42% del gruppo di Collecchio e presenterà una propria lista di candidati per il consiglio di amministrazione della società, in scadenza ad aprile. Lo ha comunica il gruppo transalpino in una nota resa pubblica giovedì sera. Lactalis - informa la nota - «intende perseguire lo sviluppo di un progetto industriale di lungo periodo» e «preservare l'integrità» di Parmalat, anche attraverso un proceso di espansione con acquisizioni. La quota, nel dettaglio, è composta da una partecipazione diretta pari al 7,28% e da un contratto di "equity swap" che ha ad oggetto una partecipazione potenziale fino al 7% del capitale sociale di Parmalat.

A oggi - sottolinea Lactalis (leggi la scheda) - sono state acquistate azioni ai sensi del contratto di equity swap pari al 4,14%, ma il gruppo potrebbe salire fino al 14,28 per cento. Lactalis, inoltre, potrebbe ulteriormente incrementare la propria partecipazione in Parmalat ma «non intende raggiungere una partecipazione rilevante ai fini della disciplina dell`offerta pubblica di acquisto obbligatoria».

Ancora un'altra giornata ad alta tensione su Parmalat (guarda il grafico dell'andamento in Borsa), quindi. Il titolo che nel corso della giornata era arrivato a guadagnare il 10% ha ripiegato sul finale chiudendo a +0,81% a 2,5 euro. Gli scambi sono stati record con il 9,8% del capitale passato di mano che si aggiunge al 6% di ieri. Il titolo continua a catalizzare l'attenzione degli operatori e, a metà seduta, si è spinto fino a 2,728 euro, appena il 10% sotto i 3 euro, una quota che, se mantenuta per cinque giorni consecutivi, lascerebbe i tre fondi Skagen, Mackenzie e Zenit liberi di rompere il patto annunciato a fine gennaio per la presentazione di una lista in vista del rinnovo del cda. Il 25 gennaio, alla vigilia della presentazione dell'accordo, sembrava impossibile visto che il titolo veleggiava a 2,1425 euro.

Per Parmalat venerdì sarà una delle giornate chiave per capire le strategie in vista dell'assemblea. Chi ha più dell'1% del capitale e vorrà presentare una lista per il rinnovo del cda dovrà farlo entro domani sera. In campo ci sono almeno tre soggetti. Ovviamente, i tre fondi (proprietari del 15,3% del capitale) che hanno già annunciato i nomi la scorsa settimana e che schiereranno Rainer Masera come presidente, Massimo Rossi, come amministratore delegato ad interim e altri sette nomi. Poi ci sarà la lista di minoranza di Assogestioni (tre nomi). E ci sarà Intesa Sanpaolo che schiererà l'attuale a.d. del gruppo alimentare, Enrico Bondi.

Oggi, su richiesta di Consob, l'istituto di credito, azionista di Parmalat con il 2,15% del capitale, ha ribadito che intende presentare una lista di candidati al cda e una lista di candidati al collegio sindacale, come anticipato ieri dall'a.d. dell'istituto Corrado Passera. Tutto lascia pensare che Intesa Sanpaolo schiererà una lista con un ampio numero di consiglieri, più di quelli che potrebbe eleggere con il suo 2 per cento. Potrebbe essere il primo banco di prova per una cordata italiana per Parmalat e, d'altra parte, Passera da giorni lascia intendere che Intesa Sanpaolo verificherà se ci sono le condizioni per fare qualcosa. Il governo non fa mistero di guardare con interesse a questa ipotesi.

Dopo vari incontri fra Enrico Bondi e il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, oggi il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, è uscito allo scoperto dicendosi «molto favorevole» a un eventuale lista italiana per il rinnovo del consiglio d'amministrazione di Parmalat. Dopo la presentazione delle liste di domani, la battaglia su Parmalat resterà calda in vista dell'assemblea del 12 aprile. Le azioni da depositare in vista dell'assemblea si possono, infatti, acquistare fino a sette giorni prima della riunione dei soci, quindi verosimilmente entro venerdì primo aprile.

Lo statuto di Parmalat poi prevede che alla lista che avrà ottenuto la maggioranza dei voti sarà assegnato un numero di amministratori proporzionale ai voti ottenuti più due con il limite massimo comunque di 9. I restanti amministratori saranno tratti dalle altre liste; a tal fine i voti ottenuti dalle liste stesse saranno divisi successivamente per uno, due, tre, quattro secondo il numero degli Amministratori da eleggere.

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