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Questo articolo è stato pubblicato il 17 marzo 2011 alle ore 06:41.

Il nuovo piano Premafin-FonSai, a cui sta lavorando UniCredit, non avrà soltanto risvolti finanziari, ma probabilmente anche a livello manageriale e di governance.
Piazza Cordusio ne sta discutendo in queste ore con la famiglia Ligresti nell'ambito del più articolato progetto di riassetto che vedrà la banca diventare azionista di Fondiaria-Sai con una quota di circa il 10% e che, secondo indiscrezioni, dovrebbe prevedere una riduzione dell'aumento di capitale di Premafin, fissato al momento a 250 milioni. Il progetto – decollato subito dopo il dietrofront di Groupama, ma allo studio da tempo – è stato seguito in prima persona da Salvatore Ligresti. L'Ingegnere, che vanta storicamente buoni rapporti con il mondo del credito, ha trattato personalmente con UniCredit e il suo amministratore delegato Federico Ghizzoni, trovando un accordo di massima, su cui ora si sta cercando di chiudere il cerchio.
L'idea di massima è infatti quella di arrivare agli appuntamenti societari della prossima settimana – martedì 22 c'è il cda di UniCredit, il 23 quello di Fondiaria e il giorno dopo quello di Premafin – con un pacchetto completo che tenga conto anche delle garanzie a livello di governance richieste dall'istituto di piazza Cordusio.
Ridotto l'aumento Premafin
Il piano UniCredit, suscettibile di modifiche, prevede a grandi linee l'intervento della banca su due livelli. Il primo è quello delle holding personali dei Ligresti, dove UniCredit potrebbe studiare un finanziamento di circa 80 milioni, quanto basta per garantire alla famiglia le risorse necessarie a sottoscrivere una parte dell'aumento di capitale Premafin e limitare la diluizione dal 47% attuale a circa il 35%. Il secondo livello è in Fondiaria-Sai dove piazza Cordusio potrebbe acquistare i diritti di sottoscrizione dell'aumento della compagnia da Premafin ed entrare così con una quota di circa l'8-10% nel capitale della compagnia. Il punto, ora, è l'entità degli aumenti di capitale, legati a doppio filo anche alla pulizia definitiva che si deciderà di fare in bilancio. In Premafin, secondo alcune voci, si va verso una riduzione della ricapitalizzazione, quanto basta per trovare il giusto equilibrio tra le risorse a disposizione della famiglia e la diluizione post aumento. Discorso diverso in Fondiaria-Sai. Il 23 marzo il consiglio di amministrazione del gruppo assicurativo, alzando il velo anche sul patrimonio di vigilanza, dovrebbe dare segnali più chiari sulle reali necessità di ricapitalizzazione, visto che dovrebbe essersi concluso il periodo di analisi («diagnostico») chiesto dal nuovo amministratore delegato Emanuele Erbetta. E la sensazione è che l'operazione possa subire correzioni al rialzo, fino a 500 milioni e oltre. In quella sede, inoltre, maggiori informazioni saranno fornite sulle dismissioni. In proposito, come anticipato dal Sole24 Ore del 15 marzo, il cda deciderà anche se esercitare o no l'opzione put (vendita) nei confronti di Generali della quota del 27,2% del capitale di Citylife, la società titolare del progetto di riqualificazione del vecchio polo fieristico di Milano.
Le garanzie della banca
È chiaro che l'impegno di UniCredit nella partita Premafin-FonSai necessariamente porterà la banca di piazza Cordusio a chiedere delle precise garanzie. E proprio su questo punto il confronto è aperto. L'impressione – riferiscono fonti vicine alla trattativa – è che la banca punti a rafforzare il management in FonSai e a rivedere gli equilibri in Premafin, con la nomina di manager esterni. Non è in discussione – si aggiunge – la posizione dell'amministratore delegato di FonSai Emanuele Erbetta, più autonomo verso la famiglia rispetto al predecessore Fausto Marchionni. Piuttosto, oggetto di valutazione sarebbe per Fondiaria-Sai la necessità di ulteriori innesti, per esempio la nomina di un nuovo direttore generale da affiancare all'attuale ad; per Premafin, invece, si starebbe ragionando sulla necessità di nominare un amministratore delegato esterno alla famiglia per accelerare il piano di risanamento della holding. Attualmente ai vertici Premafin siedono i figli dell'Ingegnere: Giulia è presidente e amministratore delegato, Jonella e Paolo sono vice presidenti, mentre il padre è Presidente onorario.
In attesa di un quadro più chiaro, la Borsa ha già dato una prima risposta al piano B: UniCredit ha chiuso in calo del 4,09%, FonSai è scesa del 3,35%, e Premafin e Milano Assicurazioni hanno perso il 3,6 per cento.
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