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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2011 alle ore 13:57.
Si va costruendo una cordata italiana per Parmalat. Dopo l'adesione convinta di Granarolo all'idea, ribadita anche oggi dal presidente Gianpiero Calzolari sulle colonne del Sole 24 Ore, si va sempre più affermando il nome del gruppo Ferrero. La società albese resa celebre dalla Nutella è uno dei nomi fatti al tavolo che sta studiando la cordata italiana e il gruppo alimentare guarda con attenzione l'operazione anche se ancora non ha preso decisioni. Si tratta di una posizione analoga a quella tenuta un anno fa sull'acquisto di Cadbury che poi non andò in porto. Al tavolo delle discussioni si sarebbero fatti anche altri nomi, non solo del settore alimentare, ma non l'altra grande azienda di Parma, Barilla.
Showdown sul futuro di Parmalat all'assemblea di aprile
Intanto Parmalat resta protagonista degli scambi a Piazza Affari. Il titolo chiude in rialzo del 4%. All'indomani dell'annuncio dei francesi di Lactalis, che sono diventati primo azionista dopo aver rastrellato sul mercato l'11,42% del capitale, sono passate di mano il 6% delle azioni. Intanto, mentre la mossa dei francesi ha aperto il dibattito sulla difesa dell'italianità delle aziende, si annuncia uno showdown all'assemblea de 12-14 aprile in cui si configurerà l'assetto dell'azienda di Collecchio.
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La lista di Assogestioni
Alla contesa, che vedeva per ora tre pretendenti (i francesi di Lactalis, la banca Intesa Sanpaolo e i fondi esteri) si è aggiunta Assogestioni, associazione del risparmio gestito, che ha presentato la lista per il rinnovo del cda e del collegio sindacale di Parmalat depositando il 2,28% del capitale in mano a fondi italiani. Per il consiglio sono stati candidati Gaetano Mele, a.d. di Lavazza, Nigel William Cooper e Paolo Dal Pino, ex Wind e Telecom. Per il collegio sindacale, Assogestioni ha proposto Mario Stella Richter come sindaco effettivo e Michele Rutigliano come supplente. Assogestioni ha raccolto attorno alle proprie liste molti fondi italiani ed esteri fra cui anche alcuni. La lista è stata depositata da un gruppo di oltre una quindicina di gestori di fondi - tra cui Aletti, Arca, Anima, Bnp, Eurizon, Fideuram, Mediolanum e Pioneer - che complessivamente detengono il 2,28% di Parmalat.
Per il collegio sindacale la lista presentata da questo gruppo è la seguente: Mario Stella Richter (sindaco effettivo) e Michele Rutigliano (sindaco supplente).
I dettagli del rastrellamento di azioni dei francesi
Intanto arrivano nuovi dettagli del'operazione con cui Lactalis ha preso posizione in Parmalat. Dalle comunicazioni rilevanti di Consob emerge come la prima soglia del 2% sia stata superata il 15 marzo quando attraverso Bsa possedeva il 3,131%. Solo pochi giorni prima, il 10 marzo, la società francese aveva invece sottoscritto un contratto di equity swap che consentiva al gruppo francese di acquistare il 7% del capitale entro il 2 aprile 2011; azioni che, in base all'intesa, saranno comunque consegnate entro il 2 aprile. La seconda soglia rilevante del 5%, invece, è stata superata il 16 marzo con il raggiungimento del 5,026%. Ieri Lactalis ha comunicato di avere in portafoglio il 7,28% a cui si aggiunge l'equity swap sul 7% che, a ieri, era già stato utilizzato per il 4,14%. Il totale fa appunto 11,42%. Una quota che, grazie ad una serie di equity swap, dovrebbe salire entro il 2 aprile al 14,3%. Potrebbero poi esserci nuove operaioni per aumentare ulteriormente la, ma senza superare la soglia del 30%, che farebbe scattare l'obbligo di Opa.
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