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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2011 alle ore 16:03.

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Continuano i botta e risposta sulla governance di Generali e sui legami con Mediobanca. Non credo che se Vincent Bollorè continuerà «con questa strategia supponente» otterrà «risultati positivi». «Tutto ciò contribuirà invece a isolarlo ancora di più nel sistema industriale e finanziario italiano serio». Così Diego Della Valle replica al finanziere francese, che oggi in un'intervista al Corriere della Sera aveva posto l'accento sulla necessità di «chiarimenti obbligatori sulla buona governance» in Generali.

Vincent Bollorè chiede nell'intervista «più trasparenza» nella gestione del gruppo assicurativo di Trieste e spiega la decisione presa pochi giorni fa di astenersi in consiglio dal voto sul bilancio 2010 con le perplessità sugli accordi con il gruppo ceco Ppf, giudicati «squilibrati». «Se Bollorè‚ ha voglia di investire in Italia in modo utile al Paese e anche con la sacrosanta aspirazione di fare buoni affari per sé - si legge nella nota del numero uno di Tod's - sarà da tutti considerato il benvenuto, purché tutto avvenga nel rispetto delle regole e senza tentare di influenzare, più del dovuto e più del proprio peso, società che sono pilastri importanti dell'economia Italiana (mi riferisco anche a Mediobanca)».

«Giù le mani dalle Generali»
Bollorè‚ e Geronzi, sostiene l'imprenditore marchigiano, «devono rassegnarsi a tenere giù le mani dalle Generali. Ogni loro tentativo è stato vanificato e il voto unanime (escluso Bollorè) sull'approvazione del bilancio ha, con inequivocabile chiarezza, dato il fermo punto di vista del Consiglio delle Generali e dei suoi organi di controllo. Bollorè e io ci conosciamo da tempo, e francamente mi è dispiaciuto vedergli fare una brutta figura nell'ultimo Consiglio delle Generali. Anche altri membri del cda si sono trovati in forte imbarazzo di fronte ad argomentazioni da lui sollevate, spesso pretestuose, vaghe e, in alcuni casi, anche offensive per chi le ascoltava. Del resto - aggiunge - l'esito del voto sull'approvazione del bilancio, che lo ha lasciato solo, non è una "questione personale tra qualche consigliere", ma un fatto importante, collegiale e indiscutibile».

«A Bollorè mi permetto di consigliare...»
A Bollorè - si legge ancora nella nota - mi permetto di consigliare che quando si investe in un Paese straniero «bisogna muoversi con tatto e nel rispetto delle regole, tenendo anche conto delle legittime sensibilità nazionali che, chiunque di noi, ha verso il proprio Paese. Del resto se Bollorè‚ ha bisogno di buoni esempi di "convivenza industriale" tra nazioni europee, guardi ad alcune buone operazioni fatte negli ultimi tempi tra l'Italia e la Francia». «Non vorrei pensasse - rileva Della Valle - che la facilità avuta in passato nel prendersi un ruolo centrale in Mediobanca, con il minimo sforzo, sia riproponibile oggi anche in Generali. I tempi, per fortuna, sono cambiati. Una parte dei protagonisti di allora non ci sono più e in alcuni casi non sono più determinanti». «Spero sinceramente che tutto questo rumore inutile e dannoso intorno alle Generali - conclude Della valle - sia fermato e che si faccia, con urgenza, tutto quanto necessario per far lavorare chi guida la Compagnia e il Consiglio di amministrazione con la necessaria tranquillità». Infine se Vincent Bollorè «per qualunque motivo decidesse di voler dismettere la sua quota in Mediobanca, troverebbe oggi molti italiani disposti a rilevarla immediatamente, me compreso», sostiene Della Valle.

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