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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2011 alle ore 14:52.

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Lactalis preferisce le guerre lampo e spesso vinceLactalis preferisce le guerre lampo e spesso vince

La strategia della "guerra lampo" è stata vincente per la famiglia Besnier, che ha fatto crescere il gruppo Lactalis battendo sul tempo i concorrenti e creando la sorpresa. Era il metodo di André, nonno dell'attuale proprietario, e poi del padre, Michel, di cui molti ricordano ancora i "colpacci". Per Les Echos, la vicenda Parmalat è "molto rappresentativa" di questo modo di fare familiare, che unisce il coraggio a una buona dose di faccia tosta.

Solo qualche giorno fa, scrive Marie-José Cougard, "nessuno in Italia credeva a un'Opa di Lactalis sulla totalità del capitale di Parmalat". Due mesi fa, Emmanuel Besnier "non aveva nessun interesse per il gruppo italiano". Tra due mesi, se l'operazione non sarà contrastata da una contro-Opa, "Lactalis potrebbe avere superato Danone nei prodotti lattieri e aumentato notevolmente la sua dimensione internazionale". Les Echos ricorda che è lo stesso metodo "espresso" che ha permesso a Lactalis di ingoiare la mozzarella Galbani nel 2006. Questo "ardore guerresco" non è sempre stato coronato dal successo: Emmanuel Besnier non è riuscito a prendere Yoplait né Entremont, numero due europeo dell'emmenthal.

Ma ha trasformato un'impresa familiare in un "gigante mondiale" e "avrà triplicato il fatturato in undici anni, se gli azionisti di Parmalat risponderanno favorevolmente alla sua offerta". Lactalis "vuole diventare leader mondiale del latte", titola ancora Les Echos, definendo senza esitare "ostile" l'Opa da 3,4 miliardi di euro lanciata su Parmalat conducendo un'operazione da "commando". "Un colpo più che audace", lanciato il giorno dell'incontro a Roma tra Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy.

Lactalis potrebbe superare Danone e diventare il numero due mondiale dei prodotti lattieri, beneficiando in Italia di "importanti economie di scala". Ma il campo italiano "non ha detto l'ultima parola". In un editoriale, Daniel Fortin constata che alla fine Lactalis ha scelto il momento buono per annunciare l'Opa. Era "arrischiato" farlo il giorno del vertice franco-italiano, poiché poteva esserci la "tentazione" di ripiegarsi in se stessi, di rimettere le barriere.

"Colpisce constatare fino a che punto lo spazio europeo, teoricamente aperto alla circolazione dei capitali, si mostri ancora oggi incapace di farla finita col patriottismo economico…". Les Echos si domanda perché l'Italia si sia accalorata tanto per un'impresa agroalimentare di media dimensione "senza nessuna portata strategica". "Ci è voluto un incontro al vertice perché questo dossier minore trovasse un inizio di epilogo".

Considerando l'Opa come "non ostile", prosegue Fortin, Berlusconi "ha aperto la via al matrimonio, lui che aveva in un primo tempo congegnato una legge per sbarrargli la strada". Un'incoerenza che non è tanto appannaggio del capo del governo italiano ma "il simbolo di una costruzione europea incompiuta". Bruxelles, secondo Les Echos, invece di incoraggiare i "campioni continentali" a raggrupparsi, lascia sviluppare dispositivi legislativi nazionali che hanno come solo scopo di proteggere le imprese dalle ambizioni straniere. E finora il solo gruppo multinazionale creato sotto l'egida dell'Europa è l'Eads, di cui "nessuno contesterà il successo industriale e commerciale".

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