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Questo articolo è stato pubblicato il 02 maggio 2011 alle ore 20:08.

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Il 2010 ha contrassegnato un'eccezionale ripresa del settore dell'auto e per i produttori un record di profitti. Sulla scorta dei dati del primo trimestre, il 2011 si annuncia come l'anno del nuovo record. Certamente per i produttori tedeschi (tutti), certamente per i produttori americani (Ford e Gm) e certamente, anche se in modo meno eclatante, per i produttori francesi (Renault in testa). E per Fiat-Chrysler? Il 2011 sara' un anno migliore del 2010, lo si e' gia' visto con i risultati del trimestre, ma comparativamente di gran lunga meno buono di quello registrato da tutti i competitor. Perche' la ripresa dei segmenti piu' ricchi dei mercati occidentali e la travolgente esplosione della domanda dei mercati asiatici sono la vera ragione del boom dell'industry.

In particolare la Cina, sta sollecitando impensati livelli di importazione dei brand di prestigio, veri status symbol dei nuovi ricchi locali, che trainano i risultati eccezionali del pe riodo. I competitor tedeschi sono i piu' apprezzati e ne profittano di piu'. Gli americani vengono a ruota, i francesi lo sono in misura minore, Fiat non ha una gamma adeguata e non puo' profittare significativamente al banchetto. Analisti e media evidenziano la sensibile differenza tra i risultati dei competitor e quelli del gruppo Fiat suggerendo implicitamente la scarsa efficacia del suo management. E' il caso di rimarcare che in tale settore il ciclo di concezione/sperimentazione/produzione richiede parecchi anni per andare a regime e che Marchionne e il suo team, quando avrebbero dovuto sviluppare una gamma adeguata alle esigenze attuali, stavano affrontando un periodo molto negativo per la societa' ai limiti del fallimento e della sopravvivenza.

La rincorsa al rinnovo della gamma in cui sono oggi impegnati, richiedera' ancora qualche anno di duro lavoro. Per ora la capacita' di difesa delle quote in Occidente o di penetrazione nei mercati asiatici, e' affidata a pochi segmenti di nicchia (la 500, la Ferrari e poco piu'). L'integrazione con Chrysler sta dando la possibilita' ad entrambi i brand di coprire alcune delle manchevolezze delle rispettive offerte, ottimizzando l'utilizzo delle piattaforme produttive al di qua e aldila' dell'oceano. Questa opportunita' dara' notevole beneficio, ma un vero progresso nell'offerta verra' realizzato soltanto con l'impostazione dei nuovi modelli e una produzione ad hoc. E' importante rilevare che da sola, e con la gamma attuale, Fiat sarebbe gia' in serie B. Con Chrysler e con gli investimenti produttivi in corso o programmati non solo in Italia, ma nell'intera scacchiera mondiale potra' tornare nuovamente competitiva. (Sole24Ore-Radiocor - *Presidente Business Integration Partners)

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