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Questo articolo è stato pubblicato il 03 maggio 2011 alle ore 22:13.

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di Andrea Franceschi
Dopo Grecia e Irlanda, anche il Portogallo si aggiunge nella lista dei paesi dell'Eurozona che hanno dovuto chiedere aiuti finanziari per evitare la bancarotta. Lisbona ha raggiunto un accordo con l'Unione Europea, la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) per un piano di aiuti triennale dall'ammontare di 78 miliardi di euro.

Socrates: accordo buono
L'annuncio è stato fatto dal primo ministro dimissionario Jose Socrates che ha definito «buono» il piano. «Come ogni programma di aiuto finanziario - ha detto Socrates - anche questo prevede contropartite». Tuttavia tra queste non ci sono riduduzioni obbligatorie degli stipendi dei dipendenti pubblici o delle pensioni minime. Lisbona non sarà inoltre costretta a vendere azioni di società pubbliche come la banca Caixa Geral de Depositos. Ulteriori dettagli (ad esempio i tassi di interesse che il Portogallo dovrà pagare sui prestiti ndr.) non sono stati resi noti.

Obiettivo: graduale riduzione del deficit
L'obiettivo del piano è far scendere il deficit del Portogallo al 5,9% del Pil quest'anno, al 4,5% nel 2012 e al 3% nel 2013. L'approvazione del piano da parte dell'Ecofin è attesa il 17 maggio. In tempo perchè il Portogallo possa affrontare le scadenze di giugno (pari a circa 5 miliardi di euro) sul fronte dei titoli pubblici.

Resta l'incognita finlandese
Sull'accordo pesa comunque l'incognita finlandese
. Il partito nazionalista Veri Finlandesi, uscito vittorioso dalle ultime elezioni politiche, ha infatti minacciato di non votare in Parlamento il salvataggio di Lisbona. Salvataggio che, secondo le regole, i ministri finanziari europei dovranno approvare all'unanimità. Il leader del partito di estrema destra, Timo Soini, è stato costretto dalla base a fare retromarcia, dopo le dichiarazioni di alcuni giorni fa che erano apparse come un'apertura sul piano di aiuti portoghese. Bruxelles, comunque, ha mostrato ottimismo: «Siamo fiduciosi che la Finlandia parteciperà al salvataggio», ha affermato un portavoce dell'esecutivo europeo. Bruxelles, comunque, mostra ottimismo: «Siamo fiduciosi che la Finlandia parteciperà al salvataggio», ha affermato un portavoce dell'esecutivo europeo. Ma già in sede di preparazione del prossimo Ecofin si starebbe lavorando ad ipotesi come quella di un'astensione della Finlandia, che non comprometterebbe la necessaria unanimità.

Dubbi della stampa portoghese sull'ammontare del piano
La cifra messa sul piatto da Ue, Bce ed Fmi tuttavia potrebbe essere insufficente secondo il principale quotidiano finanziario portoghese "Diario Economico" che ha calcolato siano necessari almeno 100 miliardi di euro. Il quotidiano spiega come, per coprire il debito pubblico portoghese e i relativi interessi fino al 2012, saranno necessari 72,4 miliardi. A questa somma andranno aggiunti altri aiuti, tra cui quelli per permettere una adeguata ricapitalizzazione del settore bancario. Il fabbisogno ammonterebbe quindi a circa 100 miliardi di euro.

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