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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2011 alle ore 14:56.

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Oro, argento e petrolio. Queste pazze pazze materie prime. Dove andranno? Consigli per gli investitoriOro, argento e petrolio. Queste pazze pazze materie prime. Dove andranno? Consigli per gli investitori

Secondo Alessandro Capuano, managing director di Ig Markets «sull'oro i prezzi si stanno muovendo in un chiaro canale rialzista e la forza relativa del metallo giallo è ancora tale che dubitiamo ci possa essere un deciso ridimensionamento dei prezzi. Piuttosto, dall'operatività che stiamo osservando, ogni correzione è utilizzata dagli investitori come un'occasione di acquisto; solo una rottura di quota 1.350 potrebbe negare uno scenario rialzista di medio periodo».

Argento: cambiano le regole dopo l'ultimo scatto
Tra i metalli preziosi è l'argento però quello che ha corso di più nell'ultimo periodo: il 26% da inizio anno e il 107% negli ultimi 12 mesi, al netto della violenta correzione di inzio maggio quando ha perso il 18 per cento. «L'argento, a differenza dell'oro, è un metallo utilizzato quasi esclusivamente per fini industriali (dai semiconduttori agli impianti elettronici, ndr). C'è stato un crollo verticale perché l'argento ha avuto un apprezzamento superiore all'oro dovuto alla speculazione. La speculazione poi ne è uscita facendo perdere il titolo - spiega Mobili -. A ciò va aggiunto che c'è stata anche una presa di posizione da parte dell'autorità americana che regolamenta i future sull'argento che ha aumentando i margini di garanzia. Con questa manovra gli investitori che avevano una leva operativa molto alta sono dovuti uscire».

«Sull'argento il mercato è rientrato dagli eccessi dei 50 dollari - spiega Capuano - Segnaliamo però che il rapporto tra oro ed argento, che negli ultimi 15 anni ha oscillato intorno alla media di 57, è attualmente quota 40. In questo quadro è probabile che l'argento avrà performance inferiori rispetto all'oro».

L'oro nero
Il petrolio è, invece, una materia prima energetica e, pertanto risente di dinamiche macroeconomiche differenti. Da inizio anno il Wti è cresciuto del 13% e in 12 mesi del 34 per cento. «Sulle commodities legate alla crescita del ciclo economico, quali ad esempio quelle industriali ed energetiche, riteniamo di essere dinanzi a una correzione anche salutare in considerazione dei forti movimenti di rialzo registrati negli ultimi mesi e per i quali hanno certamente contribuito fattori esterni quali gli effetti post terremoto in Giappone e l'incertezza politica nelle aree di produzione di gas e petrolio - spiega Nicola Trivelli, direttore generale e Investimenti di Sella Gestioni -. Su queste commodities, fermo restando l'aumentato livello di volatilià conseguente anche ad una eccessiva finanziarizzazione degli strumenti per l'acquisto, crediamo non sia il caso di parlare di scoppio della bolla».

Dal punto di vista operativo, sottolinea Capuano «sul petrolio riteniamo invece che incideranno di più fattori di carattere fondamentale e, in previsione di un ulteriore rafforzamento del ciclo economico e consumi in aumento, riteniamo che il petrolio possa continuare ad oscillare nel range 100 / 115 dollari da qui a fine anno».

Effetto cambio
Anche i piccoli risparmiatori possono acquistare materie prime attraverso fondi di investimento, oppure Eft o Etc (quotati a Piazza Affari e trattati come singole azioni) e certificati. Non va dimenticato però che le materie prime vengono trattate in dollari. Quindi chi acquista questi strumenti si espone di default al rischio cambio. Non a caso, nonostante il prezzo dell'oro sia cresciuto da inizio anno del 7%, i rendimenti dei principali Etf ed Etc sbilanciati sull'oro è negativo da inizio anno (guarda la classifica degli strumenti per investire in materie prime a Piazza Affari). «Se il dollaro perde sull'euro un investitore europeo viene penalizzato - spiega Mobili -. Tendenzialmente il dollaro si apprezza quando i mercati azionari tendono a scendere. E viceversa. Questa correlazione, che va avanti da circa 3 anni, non è detto che però, come per tutte le correlazioni finanziarie, duri nel tempo».

Ci sono però anche Etf ed Etc che coprono l'investitore europeo dal rischio cambio. Così come ci sono anche strumenti a leva (il cui rendimento si ottiene moltiplicando per il fattore leva l'andamento del prezzo della materia prima sottostante) e strumenti short (ovvero ribassisti) che salgono quando il prezzo delle materie prime sottostanti scendono. E viceversa. Insomma, ce n'è per tutti i profili. Salvo restando che quando si tratta di materie prime, la volatilità resta altissima e l'investimento si inquadra per definizione in un portafoglio con un profilo di rischio elevato.

Altre materie prime
Non ci sono solo oro, argento e petrolio. «Considerando i fattori fondamentali abbiamo una visione interessante su gas naturale, nichel, rame e alluminio look interessante - conclude Liebi -. Mentre caffè, cotone e mais ci sembrano troppo costosi».

(Questo articolo non costituisce una sollecitazione al risparmio)


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