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Questo articolo è stato pubblicato il 16 maggio 2011 alle ore 19:05.
Per Atene una riprogrammazione del debito
Nessuna decisione - come previsto - è stata presa sull'eventualità di nuovi aiuti per la Grecia (si parla di altri 60 miliardi oltre ai 110 già concessi un anno fa). Questa, se mai ci sarà, arriverà solo dopo aver esaminato i risultati della missione di Commissione Ue, Bce ed Fmi ancora in corso ad Atene. Tutti continuano a negare l'ipotesi di una ristrutturazione del debito greco. Avanza, invece, quella di una riprogrammazione dello stesso. In pratica, un allungamento delle scadenze dei titoli pubblici, coinvolgendo anche gli investitori privati, dalle banche ai fondi di investimento. Per venire incontro alle difficoltà di Atene - che non sarebbe in grado di tornare a finanziarsi sui mercati nel 2012 - sembra imminente anche la decisione di far slittare le scadenze sul fronte del rimborso dei prestiti concessi da Ue ed Fmi.
La questione Dsk
Sull'Eurogruppo di oggi, come si diceva, incombeva soprattutto lo scandalo che ha colpito il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss Kahn, che avrebbe dovuto partecipare alla riunione come «cofinanziatore» dei piani di salvataggio dell'Eurozona.
«Questa storia è venuta fuori veramente in un brutto momento per l'euro, potrebbe ritardare tutti gli sforzi di mettere assieme un nuovo pacchetto di aiuti per la Grecia. È come spargere sale sulle ferite», così Tsutomu Soma, dealer della Okasan Securities, ha commentato l'arresto del numero uno del Fmi, coinvolto nello scandalo dell'hotel Sofitel di Manhattan.
Strauss-Kahn avrebbe dovuto incontrare già ieri il cancelliere tedesco Angela Merkel per fare il punto sulla soluzione della crisi finanziaria europea, nell'ambito della quale il Fondo gioca un ruolo di primo piano a fianco dell'Ue. ll ministro delle finanze francese, Christine Lagarde, si è preoccupata di far sapere che «il dialogo con il Fmi va avanti. Abbiamo sul tavolo problemi molto seri, dal piano di aiuti al Portogallo alla vicenda della Grecia. Mi rallegro dal fatto che nella riunione di oggi possa proseguire il dialogo tra la Commissione Ue, la Bce e il Fondo che è ben rappresentato».
Intanto fonti di Bankitalia hanno riferito che il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, non è interessato ad alcun incarico al Fondo. Precisazione resasi necessaria dopo le voci che circolavano secondo cui Draghi sarebbe stato tra i papabili al vertice dei Fondo.
Draghi candidato unico alla Bce
D'altra parte in mattinata il presidente dell'Eurogruppo, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, interpellato dai giornalisti ha confermato che Draghi è «il candidato unico per la presidenza della Bce». Poi alle 23 l'ufficializzazione: l'Eurogruppo, ha comunicato Juncker, ha indicato «all'unanimità» il governatore di Bankitalia e presidente del Financial stability forum come «degno successore» a Jean-Claude Trichet. La designazione formale di Draghi sarà fatta martedì in seno all'Ecofin. Ora la decisione finale sulla nomina - previo il parere non vincolante sia del Consiglio direttivo della Bce sia del Parlamento europeo - spetta ai capi di Stato e di governo della Ue che si riuniranno a Bruxelles il prossimo 24 giugno. Prima di quella data il presidente designato dovrà sottoporsi all'esame del Parlamento europeo, sia rispondendo a una serie di domande scritte degli eurodeputati, sia presentandosi in audizione davanti alla commissione affari economici e monetari. Draghi dovrebbe insediarsi sulla poltrona più alta dell'Eurotower, a Francoforte, il prossimo primo novembre.
Euro sull'ottovolante
Dopo la diffusione della notizia dell'arresto con l'accusa di molestie sessuali l'euro, nei primi scambi a Tokyo (questa notte in Italia) ha ceduto terreno, scivolando verso i minimi da sei settimane sul dollaro e da due mesi sullo yen. Poi ha recuperato ed ha rivisto quota 1,42 dollari. In ogni caso l'arresto di Strauss-Kahn secondo alcuni operatori rischia di aggiungere incertezza in un momento assai delicato per il salvataggio della Grecia e delle altre economie indebitate della zona euro.
L'Fmi pensa al successore
Con Mario Draghi lanciato verso la presidenza della Bce fra i possibili successori di Strauss-Kahn al momento il più accreditato parrebbe essere lo statunitense Peter Mandelson. Il direttore generale del Fmi è stato finora scelto dell'Unione Europea mentre il leader della banca Mondiale è stato appannaggio degli Stati Uniti. Il Fmi negli ultimi anni ha più volte segnalato l'intenzione di cambiare la metodologia di scelta, anche per dare maggiore spazio ai paesi emergenti.
Nulla è scritto, ovviamente, anche perché nell'immediato l'Fmi non appare obbligato a prendere nessuna decisione e può adempiere ai suoi compiti in attesa che il caso Strauss-Kahn venga chiarito. Certo il Fondo impone un codice di condotta comportamentale ai suoi funzionari internazionali, che chiede loro di rispettare le leggi ma anche di «seguire le norme del più elevato comportamento etico, conformemente ai valori dell'integrità, dell'imparzialità e della discrezione».
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