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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2011 alle ore 20:31.

Il livello dei crediti problematici resta alto e rischia di compromettere i profitti futuri di UniCredit. Con questa motivazione l'agenzia Moody's ha messo sotto esame in vista di un possibile declassamento il rating di Piazza Cordusio. Sia quello sui depositi a lungo termine e sul debito senior (attualmente Aa3) che sulla sua solidità finanziaria (oggi a livello C). Non è stato toccato il merito di credito sul debito a breve termine.
L'agenzia di rating si attende una crescita della profittabilità della banca per l'anno in corso. In parte - si legge nella nota - questo processo si sta già verificando. Lo testimoniano i buoni risultati della trimestrale: gli utili sono cresciuti del 55,7% rispetto ai primi tre mesi del 2010. Tuttavia una serie di fattori rischiano di frenare la performance della banca nei prossimi mesi.
In primo luogo c'è Ia situazione dell'economia italiana, primo mercato di Piazza Cordusio. Il nostro paese sta facendo registrare una crescita modesta del Pil (per l'anno in corso Moody's stima un +1%). Poi c'è il problema della qualità dei prestiti. I crediti deteriorati lordi (cioè quelli potenzialmente inesigibili) risultano in crescita. Nel primo trimestre dell'anno la voce ha raggiunto quota 69 miliardi di dollari. Un livello che, secondo Moody's, pone il problema dell'adeguatezza degli accantonamenti per far fronte a eventuali insolvenze: al primo trimestre stavano al 45% del totale dei crediti a rischio.
La percentuale dei prestito problematici sul totale - scrive Moody's - era dell'11,4% alla fine del 2010. Un livello superiore alla media delle dieci maggiori banche italiane: 9 per cento. Per dare un'idea del peggioramento della qualità degli asset della banca in questi ultimi anni Moody's fa notare come questa stessa percentuale fosse al 6,2% alla fine del 2007.
La situazione di Piazza Cordusio comunque non è tutta ombre. Gli oneri per far fronte alle perdite sui crediti (cioè il costo dei crediti divenuti inesigibili) si sono ridotti in maniera consistente nel 2010 (a 6,9 miliardi di euro, in calo del 17%). La crescita dei prestiti deteriorati si è attenuata nell'ultimo periodo. Tuttavia ci vorrà molto tempo per avere un miglioramento consistente della qualità complessiva del credito. E questo perché il 65% delle sofferenze della banca sono nel mercato italiano dove i tempi di recupero crediti sono notoriamente più lunghi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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