Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 21 maggio 2011 alle ore 10:45.
L'ultima modifica è del 21 maggio 2011 alle ore 12:07.

My24
Allarme della Lagarde: la Grecia è a rischio defaultAllarme della Lagarde: la Grecia è a rischio default

dal nostro corrispondente Marco Moussanet
PARIGI - Default. La parola terribile, la parola vietata, la parola che rappresenta un incubo per tutti quelli (mercati, banche, istituzioni internazionali, investitori) che stanno seguendo con il fiato sospeso le vicende della Grecia ha fatto capolino in un'intervista rilasciata da Christine Lagarde al quotidiano austriaco Der Standard, che verrà pubblicata oggi e della quale sono stati anticipati alcuni stralci.

Oggi l'unica cosa davvero inaccettabile - ha in sostanza detto la Lagarde - è che uno Stato europeo fallisca. E Atene deve fare molto di più per allontanare questo rischio. Pronunciate dal ministro dell'Economia di uno dei due grandi Paesi dell'Eurozona, ma soprattutto dal candidato in pectore alla guida del Fondo monetario, a maggior ragione nel giorno del downgrade di Fitch, queste parole suonano come un autorevolissimo, preoccupato monito a fare di tutto per evitare lo scenario terribile al quale non è chiaro forse a nessuno come si potrebbe far fronte.

«Quello che assolutamente non vogliamo - sottolinea la Lagarde - è la bancarotta, il fallimento, il default di uno Stato in Europa». E aggiunge: «Si possono usare molti termini, ristrutturazione o riscadenziamento, re-qui e re-là, ma quello che non vogliamo è una ristrutturazione del debito greco». La Grecia - spiega il ministro francese - «deve garantire dei risultati e perché questo avvenga deve fare più di quanto ha fatto nei dodici mesi scorsi. Noi abbiamo dato ad Atene più tempo del previsto per rimborsare i propri debiti. Questa è già una concessione. È quindi legittimo da parte nostra aspettarci che la Grecia faccia la sua parte di lavoro.

O la Grecia fornisce dei risultati, e allora possiamo immaginare aiuti supplementari, oppure si pone concretamente il problema di sapere in quale misura Atene è disposta a giocare la sua partita rispetto al proprio piano di salvataggio». La Lagarde riconosce che il Governo greco «ha fatto alcune cose, ma ci sono dei fronti sui quali avanza troppo lentamente». Il riferimento è in particolare al programma di privatizzazioni. Sul quale pochi giorni fa si era soffermato proprio il direttore Europa dell'Fmi, Antonio Borges.

«La Grecia - aveva detto - dispone di un portafoglio di asset immobiliari, quindi al di là delle partecipazioni che lo Stato detiene nelle imprese, nell'ordine dei 280 miliardi. Un vero tesoro nazionale molto più importante rispetto a tanti altri Paesi europei. I 50 miliardi di privatizzazioni promesse entro il 2015 rappresentano meno del 20% di quello che potrebbe essere fatto. Ci vuole più coraggio, anche se le cessioni si scontrano con ostacoli politici e resistenze sindacali».

Nell'intervista il ministro francese si è soffermato su un altro elemento spesso sottolineato dal Governo greco, quello dell'impatto delle drastiche misure di risanamento sollecitate dall'Fmi, dalla Bce, dall'Unione europea sul mercato del lavoro. «Atene evoca l'aumento della disoccupazione generata dal piano di salvataggio del Paese. Pensiamo allora alla Spagna, dove il numero relativo di persone senza lavoro è superiore. Eppure Madrid ha fatto il suo lavoro, ha tagliato, ha risparmiato ed è riuscita a invertire l'andamento della sua economia».

Se ha sbarrato la porta a una ristrutturazione del debito greco, la Lagarde ha aperto invece uno spiraglio dal punto di vista dell'atteggiamento delle singole banche. Che sono anzi state indirettamente invitate ad assumere delle iniziative in termini di dilazione delle scadenze del debito greco: «Qualunque cosa che si basi su un'intesa volontaria da parte delle banche è bene accetta». Posizione che è stata confermata da un portavoce di Bercy: «Se le banche dovessero decidere unilateralmente, in accordo con le autorità greche, di offrire un allungamento dei tempi di rimborso noi non saremmo certo contrari».

Infine la Lagarde si è detta «lusingata» dalla prospettiva di succedere a Dominique Strauss-Kahn alla direzione generale dell'Fmi e dai numerosi consensi che stanno emergendo sul suo nome, rifiutando però di esprimersi nel merito della propria candidatura. Che apparentemente dovrebbe essere decisa al G-8 della prossima settimana a Deauville e formalizzata al vertice europeo del 23 e 24 giugno. Nella fondata speranza che entro quella data la Corte di giustizia francese archivi la pratica del ruolo giocato dalla Lagarde nella vicenda dell'arbitrato sul caso Tapie.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia

Listino azionario italia

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Principali Indici

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Shopping24

Dai nostri archivi