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Questo articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2011 alle ore 10:57.
La Grecia è a rischio default. Il ministro delle Finanze francese, Christine Lagarde - la più probabile candidata alla guida del Fmi - in una intervista al quotidiano austriaco Der Standard citata dall'agenzia Bloomberg. La notizia arriva dopo che Fitch ha tagliato a «B+» il merito di credito della Grecia, abbassandolo di ben tre gradini dal precedente «BB+». La stessa agenzia di rating in una nota, spiega che il suo giudizio è in rating watch negativo, sotto osservazione per possibili nuove bocciature.
La notizia arriva in un'altra giornata difficile per i titoli di stato di Atene. Il differenziale di rendimento tra i titoli decennali tedeschi (3,12%) e quelli della Grecia (15,92%) ha raggiunto un nuovo picco storico a 1.280 punti. Il differenziale di rendimento balza a 1.314 punti base col premio di rendimento del bond decennale ellenico al 16,25%. La Ue starebbe lavorando a un nuovo piano di aiuti al paese per circa 50-60 miliardi di euro, dopo i 110 miliardi del prestito settennale già approvato e che viene erogato in tranche trimestrali.
Secondo il governo di Atene la decisione di Fitch di tagliare il rating della Grecia è influenzata dai rumors di stampa e non tiene conto del rinnovato impegno del governo greco nel portare avanti il piano di riduzione del deficit e quello sulle privatizzazioni. Lo ha affermato il ministero delle Finanze greco, Papaconstantinou, in un comunicato citato dall'agenzia Bloomberg, sottolineando come i programmi di Atene siano volti a centrare gli obiettivi previsti per il 2011.
Intanto il capo economista della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo Erik Berglof, ha sottolineato come il rischio di "contagio" dalla Grecia per i paesi dell'Europa centro-orientale, in cui operano le banche elleniche, sia «significativo». La Bers - ha fatto sapere Berglof - ha «rapporti di lunga data con il sistema bancario greco» e «alla metà del 2010 abbiamo deciso di intervenire a sostegno di controllate di banche greche in Paesi di nostra competenza».
Finora «la cifra ammonta a impegni di finanziamento per circa un miliardo di euro, di cui la metà già attivo». La Bers «sta cercando di ridurre la forte dipendenza delle controllate greche in Europa centro-orientale dai finanziamenti delle capogruppo» perché «si tratta di banche sistemiche in quasi tutti i Paesi dove sono presenti. Abbiamo cercato - ha concluso - di indirizzarle in modo crescente verso altri tipi di finanziamento, anche locali».
L'Est Europa è da tempo un mercato importante per i due maggiori istituti di credito italiani: Unicredit e Intesa Sanpaolo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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