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Questo articolo è stato pubblicato il 24 maggio 2011 alle ore 16:38.

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Goldman: petrolio salirà a 130$ al barile. Schizzano le materie primeGoldman: petrolio salirà a 130$ al barile. Schizzano le materie prime

Petrolio e materie prime tornano a correre dopo che Goldman Sachs e Morgan Stanley hanno alzato più del 20% le loro previsioni sull'andamento delle quotazioni. Goldman, che il mese scorso aveva suggerito agli investitori di vendere greggio e rame prima di un calo dei prezzi, ha alzato le previsioni a 12 mesi per il Brent a 130 dollari al barile dai precedenti 107 dollari. Morgan Stanley invece ha aumentato le stime sul Brent per il 2011 del 20% a 120 dollari al barile e del 24% a 130 dollari quelle per il 2012. «Nella seconda metà dell'anno ci potrebbe essere una riduzione delle scorte (determinata da un aumento della domanda), che potrebbe fare alzare i prezzi rispetto ai livelli attuali» è l'analisi.

I movimenti del prezzo del petrolio
Il Brent ha toccato il suo picco lo scorso 27 aprile chiudendo a 125,43 dollari al barile. Da quel giorno le quotazioni del greggio hanno preso la via del ribasso scendendo fino a 109 dollari. Lo scorso 5 aprile c'è stata la frenata maggiore (-9,89%) per effetto della decisione a sorpresa della Bce di non rialzare i tassi alla prossima riunione di giugno.

Previsioni che si autoavverano
La nuova stima della banca americana si muove in direzione nettamente opposta a quanto previsto lo scorso mese. In una nota dell'8 aprile aveva infatti consigliato di prendere profitto sulle posizioni aperte stimando una frenata delle quotazioni del greggio. Circostanza che, come abbiamo visto, si verificata. Avrà giocato un ruolo la divisione commodity della stessa Goldman, la prima al mondo per ricavi? Teoricamente si tratta di un'altra parrocchia, che nulla a che fare con la divisione ricerca. I maligni tuttavia fanno notare che chi fa trading non può non tenere conto delle opinioni di chi fa ricerca. In altre parole, se una fa le previsioni, l'altra contribuisce a far sì che si avverino.

Tabarelli: stime non compatibili con i fondamentali
«Com'è possibile che la stessa banca faccia due stime totalmente opposte nel giro di un mese?» si domanda Davide Tabarelli presidente di Nomisma Energia. «La domanda cinese cresce, ma non così tanto. L'Iraq produce a pieno ritmo. C'è l'incognita Libia certo, ma non è tale da incidere tanto sulla domanda di greggio. Almeno non tanto da giustificare una stima del prezzo del Brent a 130 dollari come quella di Goldman Sachs». Insomma una stima rialzista di questo tipo non è supportata dai fondamentali della domanda e dell'offerta, come dimostrano le recenti stime dell'Agenzia internazionale per l'energia . «Queste grandi banche - prosegue - ormai dominano i mercati delle commodities. Hanno il potere di orientare gli investitori e di conseguenza i mercati». Insomma fanno il bello e il cattivo tempo.

Anche questa volta le stime di Morgan Stanley e Goldman si auto avvereranno? Staremo a vedere. Intanto hanno mosso prezzo del barile di Brent salito a quota 112,22 dollari, mentre a New York i futures sul greggio in prima scadenza hanno guadagnato 1,74 dollari rispetto alla chiusura di ieri, con il barile di West Texas Intermediate a 99,44 dollari. Ad accentuare i rialzi ha contribuito un ridimensionamento del dollaro sul mercato dei cambi, mentre ieri era l'euro a risultare indebolito dagli allarmi sui debiti sovrani. Tutte le materie prime si scambiano in dollari e le fluttuazioni dei cambi tendono ad innescare aggiustamenti delle varie merci.

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