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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2011 alle ore 11:44.

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Ore decisive per il futuro della Grecia. In settimana, infatti, i rappresentanti dell'Fmi e dell'Ue rilasceranno un rapporto sulla situazione del paese ellenico e sugli sforzi per riportare il defict sotto controllo. I rumors sul verdetto delle ispezioni internazionali in corso oscillano dalle ipotesi di un default accompagnato dall'uscita dall'euro a un piano bis di salvataggio che seguirebbe il pacchetto di aiuti di 110 miliardi stanziati nella primavera del 2010.

Propende per questa seconda ipotesi il Financial Times che, nell'edizione odierna, riporta che i negoziati porteranno a un intervento senza precedenti sull'economia greca, in cambio di nuovi aiuti, incluso un coinvolgimento internazionale nella raccolta delle tasse e numerose privatizzazioni. Secondo Lorenzo Bini Smaghi, membro italiano del direttivo della Banca centrale europea, i governi Ue e l'Fmi dovranno assicurare ad Atene altri 30 miliardi di euro di aiuti.

Resta il fatto che, qualora Fmi e Ue non autorizzassero la quinta tranche del prestito congiunto salva-Grecia (agganciata al raggiungimento di determinati risultati di bilancio) l'ipotesi default prenderebbe seriamente vigore.

Misure senza precedenti
Il quotidiano britannico, però, rilancia l'ipotesi di un nuovo accordo di aiuti che prevederebbe anche incentivi ai creditori privati per alleviare l'onere del debito della Grecia su base volontaria. Senza citare le fonti, il quotidiano britannico riporta che quasi la metà delle necessità di finanziamento, tra 60 e 70 miliardi di euro per i prossimi due anni potrebbe essere coperta tramite la vendita di asset e modificando i termini di rimborso per i possessori del debito privato. Iniezione di liquidità indispensabile per coprire i prestiti del governo in scadenza tra il 2012 e il 2013.

Nel maggio dello scorso anno, la Grecia ha di stretta misura evitato il default con l'aiuto di un piano di salvataggio da 110 euro miliardi messo a punto dall'Ue e dal Fondo monetario internazionale. Nonostante il taglio del deficit di bilancio di circa un terzo al 10,5% del Prodotto interno lordo l'anno scorso, la raccolta fiscale è rimasta indietro rispetto agli obiettivi e la Grecia deve ancora procedere al programma di privatizzazione per tagliare il peso del suo gigantesco debito.

Il governo greco intanto dovrebbe presto fornire nuovi dettagli su come intende recuperare circa 28 miliardi di dollari da un programma quinquennale di austerity. Misure che dovrebbero essere annunciate dopo le consultazioni con la troika. I media locali dicono che il dialogo potrebbe terminare entro venerdì, suggerendo che le nuove misure saranno pronte entro l'inizio della settimana seguente e potranno essere presentate agli altri ministri delle finanze europei il 6 giugno.

Bini Smaghi: ristrutturazione o exit dall'euro come pena di morte
L'idea che il debito della Grecia possa essere ristrutturato per via ordinaria è una «favola». Lo sostiene in un'intervista al Financial Times, Lorenzo Bino Smaghi, membro dell'esecutivo della Bce. «Guardando ai marcati finanziari - dice Bini Smaghi - notiamo che impazziscono ogni volta che si pronuncia la parola "ristrutturazione", "ristutturazione soft", il che vuol dire che, almeno in questa fase, ciò non avverrà per via ordinaria». Bini Smaghi esclude anche una «rischedulazione» su base volontaria delle scadenze. La Grecia finora non è riuscita a rispettare gli impegni presi per ridurre il deficit e rischia un'insolvenza sui 327 miliardi di euro di debiti, pari al 150% del Pil. «La ristrutturazione del debito o l'uscita dall'euro - per Bini Smaghi - equivarrebbe alla pena di morte, che nell'Unione europea è stata abolita». Se la Grecia «dovesse diventare insolvente, il sistema bancario greco collasserebbe. A quel punto servirebbe un'alta ricapitalizzazione, ma dove prenderemmo i soldi?». Inoltre un default comporterebbe forti perdite sui bond governativi greci acquistati dalla Bce nel corso dell'anno scorso e l'impatto ricadrebbe sulle banche centrali europee, e dunque sui contribuenti.

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