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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2011 alle ore 08:01.

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Da Via Nazionale arriva la stretta sui derivatiDa Via Nazionale arriva la stretta sui derivati

di Isabella Bufacchi
La riforma degli strumenti derivati negoziati over-the-counter porterà all'aumento della trasparenza e dei requisiti di capitale per ridurre i rischi sistemici. Il sistema bancario ombra sarà oggetto di nuove regole per contenere i rischi generati da eccessi di leva finanziaria e illiquidità. Il governatore Mario Draghi ha così confermato l'arrivo di un'ulteriore stretta a derivati Otc e intermediazione creditizia non regolamentata. Ma la Banca d'Italia, oltre al ruolo di vigilante della stabilità del sistema, monitora la finanza strutturata quando «di difficile comprensione per gli investitori non professionali», per tutelare i risparmiatori. È questo il caso degli Etf basati sull'uso degli swap che, come si legge nella Relazione annuale, «possono essere esposti a rischi di controparte e di liquidità» mentre quelli «a leva possono presentare profili di rischio e rendimento molto diversi» dagli Etf non strutturati. In quanto ai derivati usati da enti locali e territoriali, la Relazione rileva una diminuzione del valore nozionale degli strumenti in essere e del mark-to-market negativo.

Sul tema della riforma della finanza, Draghi ha elencato quanto già fatto: sono stati introdotti requisiti di capitale più elevati e di migliore qualità per le banche; sono state emanate nuove regole sulla liquidità; sono stati eliminati «molti degli incentivi perversi» che portavano a rischi eccessivi nelle cartolarizzazioni. Molto sarà fatto: è in arrivo la riforma degli scambi di derivati over-the-counter, guidata da «trasparenza e riduzione del rischio sistemico». Draghi ha spiegato che i pilastri del nuovo sistema verteranno su: standardizzazione dei contratti, compensazione centralizzata, requisiti di capitale più esigenti, obbligo di raccolta delle informazioni presso i trade repositories.

Un altro giro di vite in arrivo riguarda il sistema bancario ombra, la «zona grigia tra il settore regolamentato e quello non regolamentato», perchè «occorre accrescere la trasparenza e contenere i rischi». Il Governatore ha riconosciuto che nello shadow banking «si formava prima della crisi una buona parte della leva finanziaria e del rischio di liquidità». Le nuove norme del Financial stability board dovranno consentire ai mercati di valutare adeguatamente i rischi del sistema bancario ombra. Seguiranno altre regole per evitare i rischi sistemici, in base al principio secondo cui «attività e rischi simili devono essere soggetti alle stesse regole». Non sarà più tollerata l'esistenza di «entità non regolate che effettuano intermediazione creditizia con trasformazione di scadenze e quindi soggette a rischi di liquidità».

Ai derivati la Relazione annuale dedica alcuni incisi. «Alcune tipologie di Etf e Exchange-traded commodities (Etc) sono caratterizzate da un'elevata complessità: in alcuni casi la loro rischiosità e i costi complessivi gravanti sui sottoscrittori possono essere di difficile comprensione per gli investitori non professionali». Gli Etf basati sull'uso di swap «possono essere esposti a rischi di controparte e di liquidità». E gli Etf che assumono posizioni a leva e/o corte sugli indici possono presentare profili di rischio e rendimenti molto diversi da quelli degli Etf che semplicemente replicano gli indici.

Quanto ai derivati usati da enti locali e territoriali, la Relazione rileva che «è proseguita la riduzione» dell'uso di questi strumenti anche per via della chiusura anticipata delle operazioni in essere. Gli enti dal giugno 2008 non possono stipulare nuovi contratti. A fine marzo 2011, il valore nozionale dei derivati delle amministrazioni locali era sceso a 17,5 miliardi (15% circa sul totale del debito locale pari a circa 111 miliardi) contro i 26,1 miliardi del 2008. Calato il mark-to-market negativo a 0,9 miliardi (ammontare che gli enti dovrebbero versare alle banche se i derivati fossero chiusi anticipatamente), sceso di oltre il 10% rispetto al livello medio registrato nell'ultimo triennio. È diminuito fortemente il numero degli enti con mtm negativo oltre la soglia dei 30.000 euro. Mark-to-market positivo a quota 100 milioni.
I. B.

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