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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2011 alle ore 19:21.

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La Grecia è caduta in una trappola del debito che sembra insanabile ed è naturale che ormai il suo rating sia sull'orlo del default. Credo che da questo punto ci siano due scenari possibili per una possibile soluzione. Uno è il commissariamento della Grecia, cioè un controllo europeo congiunto del processo di risanamento, che vuol dire una perdita di sovranità del paese. Il secondo è quello di un default più o meno morbido, più o meno strutturato nelle forme tecniche, ma in cui i creditori prendono meno di quanto sia il credito nominale.

Questa seconda ipotesi è molto problematica e non a caso sia la Bce sia la Banca d'Italia nelle ultime considerazioni di Draghi, la considera estremamente pericolosa perché può innescare una crisi a catena con effetti sistemici. La prima soluzione, cioè il commissariamento, naturalmente richiede un impegno e un accordo politico europeo importante, sarebbe il passo avanti in più dell'Europa che finora abbiamo chiesto a parole e non abbiamo ancora visto. Vorrebbe dire che i paesi europei, in particolare quelli che hanno rinunciato alla sovranità monetaria, rinunciano anche alla sovranità fiscale perché quando succede qualcosa che non va, quando gli impegni non vengono rispettati, arriva un poliziotto europeo e prende in mano la situazione.

Draghi ha ricordato che se i paesi europei avessero rispettato gli impegni che avevamo sottoscritto nel 1998, il Patto di stabilità, tutto questo non sarebbe successo. Quindi adesso avremmo bisogno di una soluzione più severa. Se l'Europa riuscisse a farlo credo trarrebbe le giuste lezioni dagli errori passati. (Il Sole 24 Ore Radiocor)

* Docente senior Dipartimento Finanza Università Bocconi

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