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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2011 alle ore 22:08.
Wall Street chiude la seduta con un leggero ribasso. Gli indici hanno invertito la marcia subito dopo il discorso del governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, che a pochi minuti dalla chiusura degli scambi è intervenuto in un discorso ad Atlanta sottolineando che l'economia avanza con «frustrante lentezza» anche se c'è qualche spiraglio di accelerazione, seppur non uniforme nei vari settori, nel secondo semestre. Il Dow Jones ha chiuso con un calo dello 0,16%, Il Nasdaq ha ceduto lo 0,24 per cento.
Focus Borse europee
Le Borse europee chiudono in timido rialzo una giornata interlocutoria. A Parigi il CAC 40 ha guadagnato lo 0,22%, il DAX 30 di Francoforte è salito dello 0,51 per cento. Mentre il FT-SE 100 di Londra ha chiuso praticamente invariato rispetto ai valori della precedente seduta (+0,03%). A Piazza Affari il FTSE MIB è cresciuto dello 0,24% e il FTSE IT All Share dello 0,17 per cento.
Focus Piazza Affari
Sull'andamento del listino milanese ha influito la cattiva performance dei titoli bancari (che pesano per circa il 20% della capitalizzazione globale della Borsa di Milano). A guidare i ribassi Banca Popolare di Milano (-4,29%), che oggi ha riunito il consiglio di amministrazione per rispondere ai rilievi dell'ispezione Bankitalia. All'ordine del giorno i 21 quesiti posti dagli ispettori di via nazionale, con i rilievi in particolare sulla gestione dei crediti dell'istituto di Piazza Meda, come riportato da indiscrezioni di stampa. Ai quesiti, ha indicato ieri il vicepresidente di Bpm, Graziano Tarantini, la banca darà «risposte molto tecniche e puntuali» e aggiungerà anche alcune controdeduzioni. Male anche Ubi Banca (-3,09%) che continua a soffrire l'avvio dell'aumento di capitale. In controtendenza, invece, anche Intesa Sanpaolo (+1,91%). Sul fronte degli acquisti si segnala Fondiaria - Sai, in crescita dell'1,34% dopo che ieri ha formalizzato la nomina di Piergiorgio Peluso alla direzione generale assegnandogli le deleghe su finanza, partecipazioni, immobili ed M&A. Nel resto del listino mette a segno un vero e proprio rally Telecom Italia Media (+19%), mentre dopo l'uscita dalla Rai Michele Santoro viene dato a un passo da La7.
Mercati valutari
L'euro sale ancora sul dollaro. La divisa comune è salita a 1,4663 dollari, contro 1,4612 della chiusura di ieri. Il dollaro risente degli ultimi indicatori negativi e sul mercato è viva l'attenzione per il discorso, questa sera, del presidente della Fed, Ben Bernanke. L'euro dovrebbe rimanere sulle posizioni attuali, in attesa delle decisioni della Bce di questa settimana, da cui il mercato si aspetta un segnale per un rialzo dei tassi a luglio.
Tokyo in rialzo
La borsa di Tokyo ha chiuso la seduta in rialzo, registrando un rimbalzo, dopo la forte perdita della vigilia (con gli indici al livello del 18 marzo) nonostante il nervosismo per l'evoluzione della congiuntura negli Usa, per il caso Grecia in Europa e per la debolezza politica del Governo giapponese. L'indice Nikkei ha chiuso in rialzo dello 0,67% a 9.442,95 punti e il Topix dello 0,71% a 813,76 punti.
Petrolio in calo
Corsi del greggio in calo in Asia in attesa della riunione dell'Opec che inizierà domani a Vienna e che potrebbe decidere un aumento della produzione. Il Wti, consegna luglio, è sceso di 52 cents a 98,49 dollari a barile e il Brent del Mare del Nord di 41 cents a 114,07.
Rapporto Goldman: investitori ottimisti sul Nikkei
La maggior parte degli investitori - ha rivelato un report di Goldman Sachs - si aspettano che il Nikkei a fine 2011 salga tra quota 10.000 e 11.000 punti. Il sondaggio, che è stato condotto nel corso di una conferenza di due giorni denominata "Japan Rising", mostra anche che la maggioranza degli investitori azionari giapponesi sono attualmente ai margini del mercato a causa delle recenti incertezze politiche e macroeconomiche. «Ora più che mai, la politica è fondamentale per la direzione dell'economia del Giappone e del mercato azionario» si legge nel rapporto.
La banca centrale australiana lascia i tassi invariati
Da registrare anche la decisione della Banca centrale australiana di mantenere invariati i tassi al 4,75%. La decisione è dettata dalla contrazione che ha fatto registrare l'economia locale (-1,2% il Pil nel primo trimestre 2011 rispetto al trimestre precedente) a seguito delle calamità naturali che hanno colpito il Paese all'inizio di quest'anno. Il Governatore della Banca Centrale, Glenn Stevens, ha descritto come «severo» il declino del Pil e ha spiegato che la «ripresa della produzione di carbone nelle miniere allagate ha preso più tempo del previsto». Stevens ha anche detto che l'alto livello dei prezzi delle commodity ha pesato sulla domanda delle principali economie e ha contribuito a spingere verso l'alto l'inflazione.
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