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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2011 alle ore 19:37.

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Banche e assicurativi in profondo rosso a Piazza Affari. Cade Unipol (Fotogramma)Banche e assicurativi in profondo rosso a Piazza Affari. Cade Unipol (Fotogramma)

Banche e assicurazioni nel mirino degli investitori a Piazza Affari. I titoli del credito, che pesano per circa il 20% del totale della capitalizzazione della Borsa italiana, hanno vissuto un'altra giornata negativa.Tra gli istituti più penalizzati Banca Mps (-3,1%), all'indomani della decisione del cda di esercitare la delega per l'aumento di capitale da massimi 2,471 miliardi. Sempre in giornata, ma a mercati chiusi, la Fondazione Monte dei Paschi di Siena ha comunicato che non aderirà all'Opa sui titoli Fresh 2003 lanciata da Mediobanca, ma eserciterà l'opzione di conversione dei titoli in azioni ordinarie di Mps una volta completato l'aumento di capitale in corso e comunque entro il corrente anno. Nella nota si spiega anche che la decisione è stata adottata in seguito a valutazioni di natura esclusivamente finanziaria attinenti la partecipazione della Fondazione all'aumento di capitale di Banca Mps, con lo scopo di favorirne comunque il rafforzamento patrimoniale.

Giornata pesante anche per Banco Popolare (-4,34%) e Ubi Banca (-3,27%). Mentre Banca Popolare di Milano ha perso il 2,72%, sempre sui timori legati ai rilievi di Bankitalia: il cda riunitosi ieri ha deciso di dare mandato al vertice operativo di mettere a punto il documento definitivo da inviare venerdì alla Banca d'Italia. Male anche Unicredit (-1,96%) e Intesa Sanpaolo (-1,32%).

Unipol guida il ribasso degli assicurativi
Le vendite hanno colpito in modo massiccio anche gli assicurativi con Unipol (-7,8%) maglia nera, sui timori relativi a un possibile aumento di capitale per la banca. La società ha fatto però sapere che «non ci sono situazioni aziendali in corso che possano giustificare l'andamento del titolo». Giù anche Generali e Fondiaria - Sai.

Unipol: venerdì il gup decide su rito abbreviato e patteggiamenti
Intanto è stata rinviata a venerdì 10 giugno la decisione del Gup del tribunale di Milano Stefania Donadeo sui patteggiamenti e il rito abbreviato nell'ambito del procedimento sulla pubblicazione della telefonata tra il diessino Piero Fassino e l'allora numero uno di Unipol Giovanni Consorte nel 2005 in piena scalata di Unipol a Bnl da parte del quotidiano il Giornale. La vicenda vede coinvolti Roberto Raffaelli (amministratore dell'azienda Rcs-Research control system che faceva le intercettazioni per conto della procura di Milano), e gli imprenditori Eugenio Petessi e Fabrizio Favata. Raffaelli e Petessi hanno trovato un accordo con la procura per patteggiare le accuse, rispettivamente a un anno e otto mesi e a un anno e quattro mesi e venerdì il Gup Donadeo deciderà se ratificare il patteggiamento. Favata, invece, ha scelto la strada del rito abbreviato e per lui il pm Maurizio Romanelli ha chiesto una condanna a due anni e otto mesi. Favata avrebbe fatto da intermediario tra Raffaelli e Paolo Berlusconi, rinviato a giudizio nell'ambito della stessa inchiesta. Favata è accusato di concorso rivelazione di segreto d'ufficio, estorsione, tentata estorsione e ricettazione, Petessi di concorso in rivelazione, frode fiscale e concorso in appropriazione indebita e Raffaelli di rivelazione di segreto d'ufficio, frode fiscale e appropriazione indebita. In questa vicenda era stato indagato anche il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, ma per lui i magistrati milanesi hanno chiesto l'archiviazione e il Gup Donadeo deciderà il da farsi dopo l'udienza del 10 giugno. Nel procedimento Piero Fassino, neosindaco di Torino, si è costituito parte civile per il reato di rivelazione del segreto di ufficio e il suo avvocato, Carlo Federico Grosso, ha chiesto una provvisionale di 200mila euro come risarcimento danni.

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