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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2011 alle ore 08:56.

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Le Borse europee chiudeono la giornata di contrattazioni in deciso ribasso. Il CAC 40 di Parigi ha perso lo 0,88%, il DAX 30 di Francoforte l0 0,63% mentre il FT-SE 100 di Londra ha lasciato sul parterre lo 0,95 per cento. Peggio Piazza Affari con il FTSE MIB e FTSE IT All Share in ribasso di quasi un punto e mezzo percentuale, penalizzati dal cattivo andamento dei titoli bancari che pesano per circa il 20% della capitalizzazione del listino complessivo.

Debole anche Wall Street. Il Dow Jones cede lo 0,12 per cento, il Nasdaq cede lo 0,7% mentre l'S&P 500 (in ribasso da cinque sedute consecutive) arretra dello 0,23 per cento. Gli investitori mantengono un atteggiamento guardingo che non ha subito particolari scossoni dopo la pubblicazione del Beige Book della Federal Reserve che, in buona sostanza, ha confermato le parole pronunciate ieri del governatore Ben Bernanke che ha indicato che lo scenario della ripresa economica negli Stati Uniti è di «frustrante lentezza». Secondo quanto contenuto nel Beige Book la ripresa c'è ma prosegue lentamente, soprattutto in alcune aree, e resta sul futuro l'incognita del settore immobiliare.


L'impatto sui mercati delle parole di Bernanke
A frenare i mercati sono le parole del numero uno della Fed Ben Bernanke sulla crescita debole dell'economia americana. Da settimane poi si rincorrevano voci su un possibile terzo round di "quantitative easing" (il piano di acquisto di titoli di stato per iniettare liquidità nel mercato). Il silenzio di Bernanke su questo fronte ha reso chiaro che non ci saranno sviluppi. La prospettiva di una minore liquidità riduce notevolmente la propensione al rischio dei mercati azionari su cui, di conseguenza, prevalgono le vendite. La politica monetaria della Fed resterà comunque «accomodante» ancora a lungo per sostenere la ripresa debole dell'economia americana. Una prospettiva di tassi di interesse bassi indebolisce quindi il dollaro sull'euro (la Bce, al contrario della Fed dovrebbe rialzare i tassi a luglio). La moneta unica è quotata 1,4652 dollari a metà mattinata.

Focus Piazza Affari
A Milano le vendite hanno colpito, come detto, soprattutto le banche a partire da Mps (-3,1%), all'indomani della decisione del cda di esercitare la delega per l'aumento di capitale da massimi 2,471 miliardi, Banco Popolare (-4,34%) e Ubi Banca (-3,27%). Banca Popolare di Milano ha perso il 2,72%, sempre sui timori legati ai rilievi di Bankitalia: il cda riunitosi ieri ha deciso di dare mandato al vertice operativo di mettere a punto il documento definitivo da inviare venerdì alla Banca d'Italia. Male anche Unicredit (-1,96%) e Intesa Sanpaolo (-1,32%). Giornata pesante per Unipol (-7,8%), sui timori relativi a un possibile aumento di capitale per la banca. La società ha fatto però sapere che «non ci sono situazioni aziendali in corso che possano giustificare l'andamento del titolo».

Petrolio in rialzo dopo mancato accordo Opec
Il petrolio Wti si riavvicina a quota 100 dollari, in rialzo rispetto ai 98 di ieri, dopo che dal vertice dell'Opec a Vienna non è arrivato un accordo su un aumento della produzione.

Prese di beneficio su Telecom Italia Media
Sul resto del listino si segnalano le prese di beneficio sul titolo Telecom Italia Media (-5,29%). Ieri sulle attese dell'arrivo di Michele Santoro a La7 la controllata Telecom aveva segnato un balzo del 17,56%.
Oggi il titolo è ripartito in apertura di Borsa con un nuovo rally, segnando rialzi del 7,49%. A favorire gli acquisti sarebbero state anche le ricostruzioni di Milano Finanza, secondo cui starebbe prendendo consistenza l'ipotesi di un delisting della società. L'euforia a Piazza Affari è però rientrata presto e sono scattate le vendite con anche una breve sospensione dagli scambi per l'eccessiva volatilità. I volumi sul titolo sono già intensi e pari a quasi 20 milioni di pezzi

Tokyo in lieve rialzo
La borsa di Tokyo ha recuperato nel finale, dopo essere stata in ribasso per gran parte della seduta nonostante la brusca revisione al ribasso delle stime di crescita della terza economia del mondo da parte del Fmi. L'indice NIKKEI 225 dei valori principali ha chiuso in progresso dello 0,1% a 9449,46 punti, mentre il più ampio indice Topix è salito dello 0,08% a 814,45 punti.

Titolo Tepco ai minimi storici
Gli investitori restano tuttavia prudenti per la sorte della Tepco. Le azioni della compagnia elettrica Tokyo Electric Power (Tepco), che gestisce l'impianto nucleare danneggiato di Fukushima, ha segnato oggi un nuovo minimo storico in borsa, scendendo del 7,40% a 200 yen a seguito delle ricorrenti voci negative sulla sua sorte. Gli investitori hanno ripreso a sbarazzarsi in massa dei titoli della società, nella convinzione che non riuscirà a ottenere in breve tempo gli aiuti pubblici di cui ha strettamente bisogno, a seguito del complicarsi del quadro politico in Giappone. Gli appelli alle dimissioni di Naoto Kan dal ruolo di primo ministro si susseguono e tutti i processi decisionali sono attualmente frenati da un Parlamento diviso. Il valore del titolo della società elettrica ha perso oltre il 90% del suo valore dal momento dell'incidente nucleare.

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