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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2011 alle ore 13:46.

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La Banca centrale europea ha alzato il tasso ufficiale di riferimento dall'1,25 all'1,5 per cento. Si tratta della seconda manovra restrittiva del 2011, dopo quella dello scorso aprile. Aumentati rispettivamente allo 0,75% e al 2,25% anche il tasso sui depositi e quello marginale. È la seconda volta quest'anno che l'Eurotower rialza i tassi (ecco lo storico dei tassi Bce). La decisione era attesa dai mercati dopo che lo stesso presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, nel direttivo di inizio giugno, aveva lasciato intendere un nuovo ritocco all'insù dei tassi per arginare l'inflazione che viaggia in Eurolandia abbondantemente sopra la soglia d'attenzione del 2 per cento.

Non è imminente un nuovo rialzo
Anche con il nuovo aumento all'1,5%, i tassi di interesse dell'area euro restano «accomodanti», secondo la Banca centrale europea, che tuttavia dalle parole Trichet sembra indicare, come previsto, una pausa sulle manovre di aumento del costo del danaro. «Monitoreremo con molta attenzione i rischi sui prezzi» ha affermato durante la conferenza stampa a seguito del Consiglio direttivo, utilizzando una retorica generica che non sembra indicare un imminente nuovo incremento. Per il futuro il presidente della Bce non si sbilancia: «prenderemo le decisioni giuste al momento opportuno».

Inflazione prevista sopra il 2%
Il rialzo attuale - ha detto Trichet - è «giustificato dai rischi al rialzo sulla stabilità dei prezzi», stabilità che la Bce ha ribadito di voler garantire. L'inflazione nell'Eurozona resterà «nettamente sopra» il 2% (considerata la soglia di vigilanza) «anche nei prossimi mesi» ha detto il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet. Ad influire sull'inflazione saranno soprattutto i prezzi dell'energia e delle materie prime.

Ciambella di salvataggio per le banche portoghesi
Non mancano accenni all'attuale situazione dei debiti sovrani nell'Eurozona, alla luce del recente downgrade del Portogallo. Il consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso oggi di sospendere i requisiti di rating sui titoli portoghesi dalle banche a garanzia della liquidità. In precedenza la Bce aveva fatto lo stesso per la Grecia e l'Irlanda. Decidendo di accettare i titoli portoghesi come collaterale a prescindere dal loro rating, la Banca centrale europea ha dato una «risposta immediata» alla bocciatura di Lisbona da parte di Moody's.

L'Eurotower infatti garantisce alle banche dei paesi periferici, che faticano a raccogliere fondi sul mercato interbancario, un canale privilegiato di finanziamento a tassi ridotti. Per fare questo ottiene dalle stesse titoli in garanzia (i cosiddetti collaterali) che devono sottostare a determinati requisiti (ad esempio un livello minimo di rating). Sospendendo questi criteri per i titoli di Lisbona, la Bce viene così incontro alle esigenze del sistema creditizio locale, che proprio questa mattina è stato oggetto di un downgrade da parte dell'agenzia di rating Moody's. Le banche portoghesi risultano esposte in titoli di stato locale per 17 miliardi di euro secondo una stima di Fitch ed è assai probabile che li utilizzino come collaterale per ottenere fondi dalla Bce. A beneficiare della decisione saranno anche le banche spagnole che, secondo i dati della Bri, risultano esposte in bond portoghesi per 86 miliardi di euro.

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