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Questo articolo è stato pubblicato il 09 luglio 2011 alle ore 16:38.
Il rischio contagio nell'Eurozona sale di intensità così si riapre la vicenda del secondo piano di aiuti ad Atene, visto che il primo da solo non basta. «È importante prendere al più presto possibile decisioni sul secondo programma di salvataggio della Grecia»:, ha detto il portavoce del commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn, in vista della riunione dell'Eurogruppo di lunedì prossimo che discuterà il cosiddetto «piano bis» per evitare il default della Grecia. «È importante che una decisione sia presa al più presto anche per quanto riguarda la questione della partecipazione al piano da parte dei privati», ha aggiunto il portavoce a Bruxelles.
Il nuovo piano
Ma come e di quanto sarà questo secondo aiuto dove il governo del Cancelliere tedesco Angela Merkel vuole avere a tutti i costi la partecipazione dei privati, fatto che si scontra con l'opposizione tenace della Bce e delle agenzie di rating pronte a bocciare l'ipotesi come «selected default»? In settimana le maggiori banche private si sono riunite prima a Parigi e poi a Roma senza però trovare una soluzione al punto che ormai si pensa di rinviare il tutto a settembre. Ma subito dopo il via libera alla quinta tranche di aiuti del Fmi la situazione nell'Eurozona si è fatta più pesante con attacchi venerdì ai Btp italiani (248 punti base di spread sui bund decennali e addirittura ai bond francesi (più 58 punti sui bund di differenziale rispetto ai soliti 20 punti base), visto che anche le banche francesi hanno in pancia 330 miliardi di euro di esposizione sull'Italia di cui 68 miliardi di bot e vari titoli di stato a fine 2010. Senza contare le banche tedesche che hanno 150 miliardi di esposizione verso il partner italiano di cui 35 in titoli pubblici. L'Eurozona è un portagfoglio titoli comune oltre che un ideale politico.
Oltre 170 miliardi le esigenze finanziarie fino a metà 2014
Così si è tornati a parlare della dimensione del nuovo piano di aiuti alla Grecia, focolaio iniziale del contagio. Un recente rapporto di luglio della Commissione europea valuta in 172 miliardi le esigenze finanziarie complessive fino a metà 2014 della Grecia (quasi 127 miliardi a metà 2013), di cui 91,4 miliardi per rimborso di debito in scadenza e 38,3 miliardi per il deficit pubbblico). Dei 172 miliardi, 57 però saranno coperti dal piano attuale e 30 dalle privatizzazioni greche. Il totale da finanziare dunque sarebbe pari a 85 miliardi di euro (115 includendo le privatizzazioni). Una bella cifra di questi tempi di magra e di paesi periferici sotto attacco. Un tema che forse sarà al vaglio del prossimo consiglio dell'eurogruppo che a questo punto avrà qualche motivo in più per cercare di fermare l'effetto contagio. Il sì alla quinta rata del Fmi è importante visto che non era affatto scontato: il Fondo può fare prestiti se nel corso dei dodici mesi successivi ha la certezza che il paese abbia fondi a sufficienza per ripagare il prestito. L'approvazione della nuova tranche del prestito ad Atene fa seguito all'imposizione di nuove misure di austerità e riforme strutturali per 28 miliardi di euro dal 2011 al 2015 e 50 miliardi nuove privatizzazioni, che Lagarde ha definito positive pur affermando che «devono essere accelerate».
Isole in vendita
Da segnalare infine che il ministro del Turismo greco Pavlos Geroulanos in un'intervista al quotidiano Sueddeutsche Zeitung ha escluso l'intenzione del Governo di «vendere isole» nel piano di privatizzazizone da 50 miliardi di euro. «Vogliaomo sviluppare il nostro paese non venderlo», ha ribadidto il ministro ammettendo però che ci sono alcune isole greche appartenenti a privati in vendita.
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