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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2011 alle ore 11:31.

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Il Fmi promuove l'ItaliaIl Fmi promuove l'Italia

Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) promuove l'impegno dell'Italia per la riduzione del deficit sotto il 3% nel 2012 e vicino alle zero nel 2014, ma invita ad andare avanti con il «risanamento di bilancio per ridurre l'elevato debito pubblico, mantenere stabile il settore finanziario, rafforzare il potenziale di crescita con riforme strutturali». È quanto si legge nell'Article IV sull'Italia. «L'intenzione del Governo di intraprendere un'ampia revisione delle spese pubbliche è incoraggiante», insiste l'Fmi sottolineando che riforme importanti del sistema pensionistico sono già state attuate e c'è «spazio per ulteriori misure per generare risparmi».

Vulnerabile alle turbolenze della periferia
Ma attenzione, avverte il Fondo, l'Italia resta vulnerabile alle «turbolenze del mercato» e non è immune a eventuali contagi della crisi del debito nella periferia dell'area euro a causa del suo elevato debito pubblico e della crescita debole. I punti di forza? «I solidi bilanci delle famiglie, l'assenza di bolle immobiliari, i tradizionalmente alti risparmi privati sono fra i punti di forza dell'Italia».

Crescita modesta
L'Italia, purtroppo, sta sperimentando «una crescita economica modesta spinta dalle esportazioni» che occorre rafforzare «con riforme che affrontino la bassa produttività, l'inefficiente settore pubblico e il divario fra il nord e il sud». Le previsioni del Fmi indicano per il 2011 una crescita del Pil dell'1%, con un deficit al 4,1% e un debito pubblico al 120,6%.

Nel 2010 la crescita è stata dell'1,3% contro l'1,7% medio dell'area euro e il trend è continuato nella primo trimestre 2011. Il deficit pubblico è sceso dal 5,3% del 2009 al 4,5% del 2010, ben al di sotto del target del 5%, grazie a una buona performance delle entrate e contenute spese di bilancio e il trend positivo di bilancio è continuato nei primi mesi del 2011».

Le banche
Il Fondo sostiene che la qualità degli asset delle banche italiane è peggiorata negli ultimi due anni con il rallentamento economico, che la redditività sarà indebolita dai crescenti costi di finanziamento, ma che la ricapitalizzazione in corso da 12 miliardi di euro le sta rafforzando.
Un sostanziale aumento di capitale sarà richiesto anche dall'attuazione di Basilea 3.

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