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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2011 alle ore 12:04.

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Di Claudio Tucci
Il decreto per il pareggio di bilancio sarà approvato entro venerdì: lo ha assicurato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel suo intervento all'assemblea dell'Abi in scena a Roma. Il provvedimento, ha aggiunto Tremonti, «sarà rafforzato su tutto il quadriennio».

Il ministro ha assicurato che "accompagnerà" la manovra economica per tutto il suo percorso parlamentare, sottolineando che il decreto per il pareggio di bilancio «sarà accompagnato anche nei suoi sviluppi» e sempre, ha ribadito, «da chi si è preso la responsabilità di averlo presentato». Anche perché, ha attaccato il ministro dell'Economia, «senza la tenuta dei conti pubblici non c'era sul 2010 nemmeno quell'1,3 del Pil». Un risultato positivo: ma «in ogni caso si deve fare di più».

Tremonti ha poi annunciato che «entro sei mesi tutto il campo delle attività sarà libero nel caso in cui non verrà previsto niente di diverso. Questa é una norma europea, scritta in inglese che noi abbiamo tradotto e che ho come l'impressione che oggi entrerà nella manovra».

Problema spread non è di un singolo Stato
Parlando invece di finanza e delle recenti turbolenze dei mercati, Tremonti ha sottolineato come in questa fase il problema degli spread sui Titoli di Stato «non riguardi solo l'Italia ma il 40% dell'Eurozona e non è quindi legato alle dinamiche di un solo Paese ma a quelle di un'intera area». «Il caso dell'Italia è un caso comune - ha affermato il ministro - non per liberarsi da responsabilità ma quando il 40% dell'Eurozona sta su queste dinamiche il problema non è di un singolo Stato ma della struttura complessiva dell'architettura europea. Del resto, ha bacchettato il titolare del Tesoro, in Europa i Governi sono in «perenne ciclo elettorale al principio o alla fine della campagna». E in più, i titoli speculativi e la massa dei derivati sono ancora attivi e «niente di quello che si doveva fare» per frenare questa situazione «é stato fatto». Ad esempio, le
regole. «Quelli passati - ha aggiunto - sono stati tre anni persi».

Sì alle privatizzazioni
Tremonti ha poi annunciato che i comuni «saranno spinti a vendere i loro asset (ma non l'acqua) da un meccanismo di incentivi e disincentivi che sarà introdotto nel loro patto di stabilita». «Dobbiamo certamente iniziare un processo di privatizzazioni - ha spiegato il ministro - ma questo dovrà essere fatto al termine della crisi». «Naturalmente - ha aggiunto - c'è bisogno di qualcuno che compra e non si può privatizzare a prescindere dal mercato». Inoltre, ha concluso Tremonti, il Governo pensa «a una deroga rispetto al Dpcm sulle privatizzazioni». In modo da poter procedere in maniera più veloce, senza procedure così complesse ma salvaguardando le garanzie.

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