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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2011 alle ore 17:29.

«Le tensioni sul debito sovrano sono un fattore chiave di rischio con possibili ampi effetti regionali e globali». È questa la valutazione del Fondo monetario internazionale contenuta nel rapporto sulle politiche dell'Eurozona pubblicato oggi. Il Fmi sottolinea che «gli attori dei mercati non sono convinti che una soluzione sostenibile sia alle viste».
Dal documento dell'Fmi, che ha recentemente promosso i passi condotti per il risanamento dei conti pubblici dall'Italia, si apprende, appunto, che «Ritardi nella soluzione della crisi potrebbero essere costosi per l'Euro e l'economia globale».
I mercati attendono l'esito del vertici tra i leader dell'Eurozona in programma giovedì da cui ci aspettano che arrivino linee guide per il piano di salvataggio della Grecia. Anche se, a tal proposito, il cancelliere tedesco Angela Merkel ha smorzato i toni, raffreddando l'ipotesi di un immediato accordo sul salvataggio della Grecia. «Non sarà un grande passo o una soluzione spettacolare che risolverà tutti i problemi».
Fmi: serve un approccio più federale
Per fronteggiare le crisi, governare l'economia e dare risposte convincenti ai mercati l'Eurozona dovrebbe scegliere «un approccio più federale», si legge ancora nel documento dell'Fmi. Un tale approccio «avrebbe probabilmente limitato il contagio nell'area dei problemi di alcuni stati accelerando la loro soluzione e rafforzando la coerenza politica» delle decisioni.
Secondo il Fmi l'Eurozona non può stare ferma dal punto di vista politico-istituzionale dato che «le attuali proposte non sono sufficienti a sostenere l'integrità» dell'Unione monetaria. Il Fmi dubita che gli attuali accordi tra i governi maturati nel corso della crisi riescano a garantire l'effettivo coordinamento delle politiche e «il patto Euro Plus non sembra essere una eccezione» (è il patto che lega i paesi Eurozona e altri della Ue per coordinare strettamente politiche economiche e di finanza pubblica - ndr).
La prevalenza di una autorità europea rispetto a istituzioni nazionali «richiede un cambiamento di mentalità».
Fmi: favorevole agli Eurobond
Il Fondo indica quali sono i vantaggi di un approccio e di una sistema federali. Uno, molto importante, è «che crea opportunità di condivisione del rischio attraverso la messa in comune del debito degli stati partecipanti». Gli Eurobond «ridurrebbero il costo del debito di molti stati ed eventualmente tutti attraverso una dimensione del mercato più ampia, maggiore profondità, liquidità e diversificazione». Ciò piazzerebbe il mercato degli Eurobond dell'Eurozona alla pari con quello dei T bond americani «rafforzando l'euro quale una fra le maggiori valute di riserva». Un costo del debito più basso aumenterebbe l'attrazione di tale mercato. In sostanza, il Fmi indica che in questo quadro ci sarebbe una emissione comune di debito al quale i paesi avrebbero «accesso condizionato sotto condizioni strette e misurabili».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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