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Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2011 alle ore 17:48.

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Sui mercati azionari europei è andata in scena un'altra giornata di vendite, con Piazza Affari nuovamente maglia nera che ha chiuso le contrattazioni con il FTSE MIB a -2,81%. Segnale che sui mercati è svanita l'euforia per il piano salva Grecia varato neanche una settimana fa. Parigi ha ceduto l'1,42%, Francoforte l'1,51%, Londra l'1,23%.

Sul listino milanese - su cui i titoli finanziari hanno un'incidenza di circa il 20%, superiore rispetto a quella delle altre piazze del Vecchio continente - le big bank sono state colpite dai ribassi. Unicredit ha ceduto il 4,3% (dopo essere stata sospesa per eccesso di ribasso), Intesa Sanpaolo il 5,13%, Banca Mps l'1,15%, Ubi Banca il 5,68%, Banco Popolare il 5,37%. In controtendenza solo Impregilo Ord (su ipotesi di passaggio di mano della quota Ligresti in Igli al gruppo Gavio), Pirelli & C (dopo i conti del primo semestre) e Ansaldo Sts.

Asta Btp, rendimenti in rialzo
A penalizzare il settore del credito le notizie, poco confortanti, arrivate dal mercato obbligazionario dei titoli governativi dei Paesi periferici, con spread sul Bund tedesco nuovamente al rialzo. Il differenziale BTp-Bund ha chiuso a 313 punti base con il rendimento del decennale italiano sul mercato secondario a 5,68%; lo spread del decennale spagnolo è salito a 333 punti base portando il rendimento oltre il 6%. Non distante dal quel 7% che è considerato il punto di non ritorno, oltre il quale - almeno è stato così per Grecia, Irlanda e Portogallo - si rischia di andare verso un piano forzoso di salvataggio europeo.

Asta sul mercato primario
In mattinata il Tesoro ha assegnato in asta 942,4 milioni di BTp decennali indicizzati all'inflazione dell'area euro con un rendimento lordo annuo del 4,07%, in forte aumento di 1,56 punti percentuali rispetto all'asta precedente. La domanda, comunica Bankitalia, è stata pari a 1,59 miliardi a fronte di un importo offerto compreso tra 500 milioni e 1 miliardo di euro.

Deutsche Bank vende i titoli italiani
«Deutsche Bank si protegge dal rischio Italia». È questo il titolo dell'apertura del dorso finanziario del Financial Times, dedicato alla decisione dell'istituto tedesco di ridurre drasticamente (-88% in sei mesi) la propria esposizione al debito pubblico italiano (come segnalato anche sul Sole 24 Ore di oggi). «Un segnale drammatico di come gli investitori internazionali stiano scappando dalla terza economia dell'area euro», spiega il Ft. A fine 2010 Deutsche Bank aveva in portafoglio 8 miliardi di euro di debito italiano: alla semestrale presentata ieri tale ammontare si è ridotto a 997 milioni.

Giù anche Wall Street
A Wall Street il Dow Jones cede l'1,59%, l'S&P 500 il 2% e il Nasdaq il 2,14%. Sulla Borsa americana incidono i dati macroeconomici pubblicati in giornata. Fra cui l'indice delle attività manifatturiere del distretto economico di Chicago, che ha mostrato a giugno una crescita dello 0,1%, alla quota destagionalizzata di 84 punti, contro gli 83,6 punti di maggio. Mentre gli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti sono calati a sorpresa del 2,1% in giugno alla quota destagionalizzata di 191,98 miliardi di dollari. Il dato reso noto dal dipartimento del Commercio è nettamente peggiore delle attese degli analisti che avevano previsto un aumento dello 0,4%.

Su Wall Street incombe anche l'incertezza sull'innalzamento del tetto al debito pubblico, quando manca appena una settimana al 2 agosto, giorno entro il quale dovrebbe essere trovato un accordo tra repubblicani e democratici. In caso di mancato accordo gli Stati Uniti rischiano il default. L'accordo è stato sollecitato più volte nei giorni scorsi dal Fondo monetario internazionale e dallo stesso presidente degli Stati Untiti, Barack Obama, anche oggi in un discorso tv nel quale spinge i cittadini a esortare i parlamentari a evitare frizioni in questo momento decisivo per l'economia statunitense.

I timori sul debito spingono l'oro sui nuovi massimi a 1.631 dollari l'oncia mentre il biglietto verde resta debole sulle principali valute. Debole anche l'euro, complici le tensioni sui debiti dei Paesi periferici, intorno a quota 1,445 dollari.

Trimestrali a Wall Street
Sul listino americano continua l'appuntamento con i risultati trimestrali. Amazon corre del 6% dopo aver sfoggiato, nel secondo quarto del 2011, una crescita del 51% del fatturato a 9,9 miliardi (utile per azione a 0,41 dollari, meglio delle attese di 0,35). In rialzo anche Boeing (+3%) che ha archiviato il secondo trimestre con un utile netto di 941 milioni di dollari contro i 787 dell'anno precedente.

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