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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2011 alle ore 10:33.

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Il protrarsi della crisi libica impatta sui conti di Eni che chiude il primo semestre 2011 con un utile netto in calo del 6% a 3,8 miliardi di euro, mentre quello rettificato (adjusted) sale del 4%, a 3,63 miliardi. La difficile partita che si gioca a Tripoli condiziona dunque il cammino. Paolo Scaroni, amministratore del gruppo di San Donato Milanese, non ne fa mistero. «Il primo semestre 2011 ha sofferto delle mancate produzioni in Libia che hanno impattato in tutti i nostri settori di attività», spiega il numero uno del gruppo. Che sottolinea comunque «i solidi risultati ottenuti» grazie soprattutto al miglioramento della redditività del settore Exploration and production.

Partenza in salita in Borsa
Ma in apertura di Borsa il cane a sei zampe sconta un ribasso del 2,02% a 15,07 euro. Una flessione in parte recuperata poi nel corso della mattinata. Sui conti della società pesano anche i costi di approvvigionamento del gas che nel semestre, spiega ancora l'ad, non tengono conto dei benefici retroattivi delle rinegoziazioni in corso». Scaroni ci tiene però a chiarire che «i solidi risultati attesi per il 2011 e le prospettive di crescita e redditività future ci consentono di confermare la nostra politica di dividendo». La proposta di acconto dividendo al cda, che delibererà il prossimo 8 settembre, sarà dunque di 0,52 euro (0,50 nel settembre dello scorso anno) da mettere in pagamento dal 22 settembre con stacco cedola il 19 del mese.

Leverage invariato rispetto allo scorso dicembre
L'indice di performance finanziaria Roace al 30 giugno è del 10,9% (era il 9,7% a fine giugno 2010). Mentre il leverage, cioè il rapporto tra indebitamento finanziario netto e patrimonio netto comprese le interessenze di terzi, è pari a 0,47 al 30 giugno 2011, invariato rispetto al dato di fine 2010. Utile operativo in progresso del 3,2% nel semestre (a 9,44 miliardi contro i 9,15 dello stesso periodo 2010). Bene anche i ricavi che, malgrado il fattore Libia, segnano un +11,9% nei primi sei mesi del 2011 (a 53,37 miliardi), mentre l'indebitamento netto si attesta a 25,97 miliardi di euro rispetto ai 24,95 di fine marzo, una variazione legata al pagamento dei dividendi.

Cala la produzione di idrocarburi: pesa la crisi libica
ll fattore Libia pesa poi sulla produzione di idrocarburi che segna nel secondo trimestre un calo del 15% a 1,5 milioni di barili al giorno (-12% nel semestre). Una flessione, spiega l'azienda, «dovuta alla sospensione delle attività produttive in Libia e delle esportazioni di gas attraverso il gasdotto Greenstream, ad eccezione del giacimento di Wafa per la fornitura di fas destinato alla produzione locale di energia elettrica». Al netto di tali effetti la produzione del trimestre registra un arretramento di circa due punti percentuali (-1% nel semestre) per effetto principalmente delle fermate programmate, in particolare in Italia. Il declino delle produzioni mature è stato compensato dalla crescita messa a segno in Norvegia, Egitto e Iraq.

Vendite di gas in crescita: bene i mercati europeo e domestico
Le vendite di gas sono invece aumentate del 9% nel secondo trimestre 2011 a 21 miliardi di metri cubi per via del significativo miglioramento, sottolinea Eni, registrato nei mercati europei e domestico. A trascinare verso l'alto la curva delle vendite nel Vecchio continente sono soprattuto un blocco di paesi guidati da Turchia, Germania/Austria e Belgio. Quanto all'Italia, la crescita dei volumi - +0,84 miliardi di metri cubi nel trimestre pari al +13%, che diventa +11% nel semestre - è dovuta soprattutto «alla riconquista di clienti e ai maggiori prelievi nei segmenti termoelettrico, industriale e grossista». Incrementi in parte compensati però dai minori ritiri degli importatori in Italia (-74% e 55% rispettivamente nel trimestre e nel semestre) anche a causa, si legge nel comunicato diramato dal cane a sei zampe, «della minore disponibilità del gas libico dovuta all'interruzione dell'importazione attraverso il gasdotto Greenstream».

Per le prospettive 2011 fari puntati soprattutto su Tripoli
E le prospettive 2011? Eni parla di «un margine di incertezza e volatilità» legato soprattutto all'evoluzione dei fattori macroecomici e geopolitici, a partire dagli sviluppi per ora imprevedibili della crisi in Libia (dove la produzione di idrocarburi si è ridotta dal livello atteso di 280mila barili di olio equivalente al giorno al livello attuale di circa 50mila boe al giorno in quota Eni). Le quotazioni del petrolio sono attese da un trend «solido e sostenuto» anche per via di una certa ripresa della domanda. Sul fronte degli idrocarburi la produzione 2011, allo scenario di prezzo di 115 dollari al barile, è prevista in flessione rispetto allo scorso anno a causa della perdita di volumi legata al temporaneo stop della maggior parte delle attività in Libia. Mentre le vendite di gas sono previste in crescita a fronte dei 97,06 miliardi di metri cubi registrati nel 2010 nonostante l'attesa flessione delle vendite agli shipper per effetto della crisi a Tripoli.

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