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Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2011 alle ore 13:18.
L'ultima modifica è del 13 agosto 2011 alle ore 07:58.
Non è stata certo l'introduzione del divieto allo short selling a cambiare la giornata di borsa di ieri. Eppure, almeno a livello psicologico, l'effetto benefico del stop alle vendite allo scoperto introdotto in Francia, Spagna, Italia e Belgio ha avuto il merito di scoraggiare la speculazione. Un segnale importante, atteso, che in parte ha anche ridato fiato a un comparto finanziario (-2,4% il calo dello Stoxx di settore) sotto pressione da settimane. Ed entrato ancor più nell'occhio del ciclone lo scorso mercoledì, quando sul mercato si sono scatenato voci (subito smentite) che volevano SocGen in crisi di liquidità.
Se però è difficile credere che «l'effetto dello stop allo short selling possa perdurare a lungo - spiegava ieri Colin Mclean, managing director di Svm Asset Management di Edimburgo - un fatto è sicuro: le banche europee sono cadute a livelli di ipervenduto tale che un rimbalzo è quasi necessario». La mossa coordinata delle Vigilanze europee ha insomma un merito. E cioè di aver stabilizzato psicologicamente per ora i mercati. E in fondo ci voleva, dopo settimane vissute all'insegna delle forti tensioni.
Del resto, nonostante la seduta di ieri si sia chiusa in positivo (con un rialzo del paniere europeo Stoxx 600 pari al 3,6%), per le borse del Vecchio Continente si è chiusa la terza settimana consecutiva al ribasso. Francoforte ha ceduto in settimana il 3,8%, segnalandosi come la peggiore tra le piazze europee. Con un calo settimanale dello 0,6%, i listini del Vecchio continente per la prima volta dal marzo 2009 sono entrati tecnicamente in 'area Orso' (che si traduce in una flessione dell'indice superiore al 20% in almeno due mesi). Lo Stoxx è infatti sceso del 23% dai picchi di febbraio, per atterrare ai minimi del 10 agosto. E a conferma del fatto che i timori degli operatori rimangono elevati basta guardare all'indice europeo sulla volatilità, che nelle ultime cinque sedute è aumentato del 14,3%, nonostante la flessione dell'8% di ieri.
Qualche motivo per allentare le tensioni è arrivato dalla Bce, i cui prestiti overnight concessi sono calati a 227 milioni di euro, molto meno dei 4 miliardi di euro della notte precedente, quando si è supposto che fosse la stessa SocGen ad aver preso in prestito denaro. Gli occhi degli operatori sono però puntati sull'appuntamento della settimana prossima, il 16 agosto, quando il presidente francese Nicolas Sarkozy incontrerà il cancelliere tedesco Angela Merkel per discutere delle modalità con cui potrà essere implementato l'Efsf, il fondo di salvataggio europeo. «Solo allora, quando forse si capirà davvero l'operatività e il raggio d'azione del veicolo europeo - conclude Andrea Williams, gestore di Royal London Asset Management - i mercati potranno davvero tirare un sospiro di sollievo».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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