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Questo articolo è stato pubblicato il 22 agosto 2011 alle ore 18:38.

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(Reuters)(Reuters)

Nei prossimi giorni dovrà essere esaminato e ricevere l'alt o l'ok da parte dei paesi dell'eurozona l'accordo bilaterale tra Grecia e Finlandia sulle garanzie che la seconda ha richiesto per partecipare al nuovo pacchetto di aiuti ad Atene. È quanto si apprende da fonti comunitarie. Tutti gli stati membri coinvolti nel salvataggio della Grecia, riuniti in una task force ad hoc che si occupa della messa in atto del secondo piano di assistenza finanziaria al paese mediterraneo, dovranno valutare se quanto preteso da Helsinki e concesso da Atene sia in linea con gli impegni sottoscritti dai leader dell'Eurogruppo il 21 luglio scorso a Bruxelles.

Si tratterebbe, secondo indiscrezioni di stampa, di un miliardo di euro pagati in contanti. Già nel corso del vertice europeo in cui è stato deciso il piano Marshall per Atene Helsinki, il cui governo ha l'appoggio del partito euroscettico dei "Nuovi finlandesi", aveva posto la questione delle garanzie. Si era addirittura parlato di chiedere ad Atene i propri patrimoni archeologici (come il Partenone o l'Acropoli di Atene) a titolo di garanzia.

Ora la preoccupazione è che altri paesi seguano l'esempio della Finlandia e chiedano ulteriori garanzie ad Atene, rendendo di fatto le condizioni dell'accordo sul salvataggio della Grecia più dure e differenti da quelle inizialmente concordate. E le agenzie di rating hanno giá ammonito che questo sistema di «collateral» bilaterali potrebbe mettere ulteriormente a rischio il rating greco e quello degli altri paesi dell'eurozona sotto programma Ue-Fmi. «Se dovessero generalizzarsi, questi accordi bilaterali sarebbero negativi» in quanto «illustrano il continuare delle divergenze tra i paesi dell'eurozona», ha affermato oggi Moody's.

Finora però, assicurano da Bruxelles, nessun altro paese al di fuori della Finlandia avrebbe notificato la richiesta di un accordo simile. Eppure Olanda, Austria e Slovacchia (tre paesi dall'ottimo rating) da diversi giorni reclamano garanzie per il loro impegno verso Atene. La Germania ha già espresso la sua preoccupazione per la piega che stanno assumendo le cose, sottolineando un «bisogno di discussione» e che «un accordo simile non può essere fatto a detrimento degli altri paesi».

Lo stesso presidente dell'esecutivo di Bruxelles Josè Manuel Barroso, nella lettera inviata il 3 agosto ai capi di stato e di governo per invitarli ad accelerare l'adozione delle misure decise durante il vertice straordinario dell'eurozona il 21 luglio, aveva invitato i leader Ue a «evitare di introdurre costrizioni eccessive in termini sia di ulteriore condizionalitá o collateralizzazione» dei prestiti effettuati attraverso il fondo salvastati, l'Efsf.

Nelle conclusioni adottate il 21 luglio, però, si precisava che «dove appropriato, un accordo collaterale sará messo in atto per coprire i rischi che sorgono per gli stati membri dell'eurozona» che offrono le loro garanzie all'Efsf. Un punto fondamentale per alcuni paesi proprio come Finlandia, Olanda e Slovacchia, senza di cui, spiegano fonti comunitarie, un mese fa non si sarebbe mai trovato un accordo sul pacchetto di misure per la Grecia e la stabilitá dell'eurozona.

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