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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2011 alle ore 09:42.

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Il carosello continua. Con la nomina di Meg Whitman, 55enne ex former Ceo di eBay, Hewlett Packard tocca quota otto (di cui due nell'arco degli ultimi 11 mesi) quanto a numero di amministratori delegati insediatosi a Palo Alto dal 1999 a oggi. Non siamo ai livelli di turnover di una panchina di una squadra di calcio italiana ma poco ci manca.

Battute a parte, gli analisti finanziari e gli addetti ai lavori dell'industria tecnologica sono praticamente tutti concordi: Hp deve uscire in fretta da una situazione di "stallo strategico" e di "incertezza decisionale" culminata con l'annuncio ferragostano del possibile spin off della divisione pc. Raccogliendo l'eredita di Leo Apotheker, per la Whitman - membro del Consiglio di Amministrazione della compagnia dal 2009 e governatore della California mancata l'anno passato, si prospetta, questo è certo, un compito difficile.

Sotto la guida dell'ex Ceo il titolo della compagnia ha infatti perso, dal novembre scorso, il 47% del suo valore azionario, per ben tre volte non ha raggiunto gli obiettivi trimestrali alla voce profitti ed è praticamente uscita dal settore dei tablet, vanificando di fatto (a meno di clamorosi passi indietro) l'investimento da 1,2 miliardi di dollari per comprare Palm e il sistema operativo WebOs. La sterzata imposta da Apotheker, da subito promotore in Hp di una maggiore focalizzazione su soluzioni software (era stato del resto il Ceo di Sap) e servizi a scapito dello sviluppo delle attività in campo hardware (e nei device mobili in particolare), non ha prodotto i risultati sperati. Cambiando timoniere, questa la domanda su cui si interrogano da qualche giorno gli esperti, la società uscirà da quella crisi di identità che l'accompagna dall'agosto 2010, quando si materializzò la burrascosa uscita di scena, con tanto di scandalo sessuale, dell'allora Ceo Mark Hurd (poi finito alla corte di Larry Ellison in Oracle)?

Dal chairman Ray Lane è arrivata in uno "statement" l'ammissione che Hp vive un momento critico e che un cambio di leadership era necessario per tornare a concretizzare le strategie di crescita. Affidandosi alle capacità della Whitman, definita da Lane una "visionaria tecnologica", l'obiettivo del gigante di Palo Alto è innanzitutto quello di riappropriarsi del ruolo di azienda di riferimento nell'industria tech. Sul tavolo del nuovo Ceo c'è intanto una prima pratica da portare a termine, e cioè l'acquisizione di Autonomy, per cui Apoteker ha messo sul piatto (contro il parere di vari executive) dell'offerta ben 10 miliardi di dollari. Altra questione prioritaria è naturalmente il paventato scorporo dei pc, per cui la compagnia "prenderà una decisione il più presto possibile" e per cui non è escluso un ripensamento rispetto a quanto già sembrava deciso solo un paio di settimane fa.

La sensazione che rimbalza dagli Usa, attraverso il pensiero degli analisti che frequentano la Silicon Valley, è quella di una situazione ancora in bilico. Che il business del software e dei servizi per le aziende di classe enterprise sia la strada maestra per Hp è fuori discussione, ma è anche vero che il ridimensionamento delle attività nei computer potrebbe avere più impatti negativi (anche di posizionamento sul mercato) che non benefici di ordine economico in termini di cost saving. Puntare al cloud e alle soluzioni "as a service" è sicuramente una buona strategia ma occorre fare i conti con una concorrenza molto agguerrita (leggi per esempio Ibm) e con il rischio che la modesta esperienza del nuovo Ceo in campo enterprise possa rivelarsi un boomerang, in considerazione del fatto che solo un quarto dei ricavi della società provengono dal settore consumer.

Hp, fanno notare i più scettici nei confronti della nomina della Whitman, è una macchina da 126 miliardi di fatturato l'anno, e cioè una cifra 14 volte superiore a quella del giro d'affari di eBay, che opera in più comparti, dalle stampanti al software, dai servizi It ai sistemi di storage, dai computer ai server fino agli smartphone. Per gestire un colosso di questa portata, questo l'inciso polemico sollevato da alcuni, servono competenze ed esperienze che la Whitman non può vantare. Scetticismo a cui la nuova numero uno di Palo Alto ha risposto prontamente: "ho già guidato una grande compagnia, ovviamente non così grande come Hp, ma comunque molto grande. Ed è vero che non ho anni di esperienza nel business enterprise ma ho comprato software per miliardi di dollari ed ero uno dei più grandi clienti delle aziende della Silicon Valley"

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