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Questo articolo è stato pubblicato il 11 ottobre 2011 alle ore 15:53.

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La spesa media per la gestione di un conto corrente è diminuita per il secondo anno di seguito, attestandosi a 110,2 euro, 3,4 euro in meno rispetto all'anno prima, anche per effetto di un calo delle operazioni dei clienti. Al netto delle commissioni pagate sugli scoperti e i finanziamenti in conto corrente (che da gennaio 2012 beneficeranno di una riduzione della ritenuta fiscale sugli interessi), la spesa è di 91 euro (2,4 in meno del 2009). È la nuova fotografia della Banca d'Italia sul costo dei conti correnti (guarda le offerte dei conti di deposito).

La spesa media registrata nel campione per il 2010 sarebbe stata comunque in flessione anche se si fosse ipotizzato un numero di operazioni pari a quelle dell'anno prima. In tal caso il costo medio, dice Bankitalia, sarebbe stato di 111,1 euro in confronto ai 113,6 nel 2009 e ai 114,3 nel 2008.

Meno cari i conti recenti
I conti correnti bancari aperti da meno di due anni sono più convenienti rispetto a quelli in essere da dieci anni che non hanno approfittato delle offerte convenienti lanciate dagli istituti di credito. È quanto emerge dall'indagine della Banca d'Italia sui conti correnti secondo cui la spesa media dei c/c più recenti è pari a 67,7 euro al netto delle commissioni per gli utilizzi a debito, 23 euro in meno rispetto alla media. Per i conti con più di 10 anni (42% del totale) la spesa sale a 101 euro.

L'indagine
La rilevazione per il 2010 ha riguardato 11.114 clienti distribuiti su 636 sportelli di 175 banche oltre a Bancoposta; l'anno precedente furono considerati 8.364 clienti per 563 sportelli e 174 banche. La flessione emersa nell'ultima indagine «deriva da minori costi per tenuta di dossier titoli, liquidazione interessi, invio di estratti conto e comunicazioni di trasparenza; non ha interessato alcune importanti tipologie di spese fisse, quali i canoni, e variabili, quali gli oneri per i bonifici - prevalentemente quelli fatti allo sportello - e le spese di scrittura».

In termini di composizione della spesa, quasi il 59% viene da spese fisse, il 25% da spese variabili, mentre la quota restante (17%) riguarda commissioni sugli utilizzi a debito.

Il calo registrato nel 2010 è attribuibile alla flessione della parte fissa (-3,9 euro) e alle minori commissioni sugli utilizzi (-1,0 euro) mentre le spese variabili sono cresciute di 1,4 euro. Depurata da commissioni pagate sugli scoperti e i finanziamenti in conto corrente, la spesa media si attesta sui 91 euro (2,4 in meno del 2009).

Occhio alle spese di scrittura
Una attenzione particolare viene posta alla voce delle spese di scrittura che "spiegano da sole circa il 72% della variazione complessiva delle spese variabili", dice Bankitalia. Sebbene il relativo valore medio sia aumentato per meno di un centesimo di euro (da 0,107 a 0,115 euro, pari al 7,5 per cento), Bankitalia osserva che dal punto di vista della trasparenza delle condizioni contrattuali "è evidente l'importanza di questa voce, le cui variazioni, pressoché impercettibili per la clientela, possono più che bilanciare l'effetto di riduzioni di prezzo, anche consistenti, di altre commissioni".

Infine Bankitalia registra che nel confronto con i costi medi dei conti correnti postali, alcuni servizi bancari sono più onerosi: in particolare l'inoltro delle comunicazioni di trasparenza e le scritturazioni informatiche, che sono pressoché gratuiti per i clienti di Bancoposta.

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