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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2011 alle ore 08:25.

Non è arrivato dalla Slovacchia il via libera al nuovo fondo salva-Stati europeo. Il Governo di centro-destra è caduto sul voto per l'Efsf sul quale aveva messo la fiducia. L'appoggio dell'opposizione, in cambio della promessa di elezioni anticipate o di un rimpasto dell'esecutivo, potrebbe tuttavia permettere di approvare l'Efsf forse già entro questa settimana.
Ieri, l'ennesima lunga giornata di dibattito parlamentare, dopo settimane di preparazione e negoziati tra i partiti, non è bastata al Parlamento slovacco per trovare la soluzione chiesta dall'Unione europea. La discussione in aula a Bratislava è proseguita fino a notte, giungendo a un voto negativo che rischia di inceppare il nuovo meccanismo di salvataggio europeo dei Paesi in difficoltà finanziaria.
La Slovacchia, entrata nell'Eurozona nel 2009, è l'ultimo dei 17 Paesi della moneta unica a dover ancora approvare il fondo di salvataggio: il cancelliere tedesco Angela Merkel ha vinto una dura partita interna ottenendo il via libera del Parlamento; la Finlandia ha accettato dopo alcune resistenze; Malta ha dato il suo consenso solo lunedì sera ma senza difficoltà. Manca dunque solo Bratislava per raggiungere l'unanimità nell'area euro necessaria per far entrare in funzione il nuovo fondo di stabilità la cui capacità di intervento è stata alzata da 250 a 440 miliardi nel Consiglio europeo dello scorso 21 luglio.
Il Governo di coalizione di centro-destra, in carica da poco più di un anno, ha 79 dei 150 seggi parlamentari ma sull'Efsf ha dovuto incassare il parere contrario dei 21 deputati del SaS, il movimento per la Libertà e la Solidarietà, perdendo così la maggioranza. «Tutta l'Unione europea è minacciata, come il nostro euro. Bisogna agire e subito», ha ricordato nel dibattito il primo ministro, Iveta Radicova. «È tempo di definire in Europa nuove regole, nuovi meccanismi, sistemi di aiuti, e la Slovacchia deve farne parte perché è nell'interesse dei suoi cittadini, quale che sia il primo ministro e il Governo in carica», ha aggiunto Radicova.
Il SaS nonostante i tentativi di compromesso della vigilia ha confermato anche ieri il suo «no» al rafforzamento dell'Efsf che, nella visione dello schieramento da sempre euroscettico e ultraliberista, rappresenta «una via verso il socialismo». E quando il premier Iveta Radicova nel pomeriggio ha posto la fiducia sul voto, il leader del Sas, Richard Sulik, ha reagito con durezza: «Sono decisioni che danneggiano la Slovacchia, la Slovacchia non può essere chiamata a salvare il mondo», ha detto aggiungendo che «la questione di fiducia messa dal Governo annulla ogni possibilità di approvazione del fondo salva-Stati, perchè in questo modo l'opposizione non può in alcun caso votare a favore».
Ma l'opposizione socialdemocratica infatti ha fatto sapere che farà passare il provvedimento sull'Efsf in cambio della promessa di elezioni anticipate da parte del Governo o di una nuova maggioranza alla guida del Paese. L'ex premier, Robert Fico, che guida lo Smer, il maggiore partito della sinistra, si è detto pronto a fare la sua parte nel sostegno dell'Efsf. Il via libera della Slovacchia potrebbe essere rimandato solo di qualche giorno.
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