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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2011 alle ore 13:10.

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«I nostri amici italiani sanno benissimo che noi dobbiamo partire dal principio che questa sera annunceranno degli sforzi considerevoli di consolidamento». Lo ha detto Jean Claude Juncker, presidente Eurogruppo e premier lussemburghese. Juncker ha aggiunto che questo punto di partenza «è un must».

Mentre il cancelliere tedesco Angela Merkel, nel suo intervento a Berlino al Bundestag, che deve dare il via libera al nuovo potenziamento del fondo salva-Stati, ha indicato: «Cambiare i trattati europei e sanzionare in modo più forte chi viola sistematicamente il patto di stabilità. È necessario eliminare le debolezze della costruzione dell'Unione Monetaria», mentre «se fallisse l'euro, fallirebbe l'Europa e questo non deve accadere».

Se fallisce l'euro fallisce l'Europa.
«La situazione è molto seria e se salta l'euro poi fallirà l'Europa». Merkel, davanti al Bundestag non risparmia toni severi sulla crisi che ha investito l'eurozona. «La soluzione non arriverà con un big bang», ha detto aggiungendo che va fatto tutto il possibile per scongiurare rischi di contagio.

La Bce non deve partecipare al fondo salva-Stati

La cancelleria ha anche indicato di ritenere «sostenibile un tetto massimo» per il fondo Efsf e di «non vedere un'alternativa migliore» a un tetto massimo del fondo. Secondo la Merkel inoltre «i modelli che prevedono una partecipazione della Bce al fondo salva-Stati non sono sul tavolo. Una soluzione del genere per il governo tedesco è fuori questione». «Lo scudo protettivo del fondo serve a evitare il pericolo di un contagio, ma ogni paese a rischio deve fare i suoi compiti a casa, in modo da raggiungere autonomamente una propria stabilità».

Da Germania non più di 211 miliardi di euro
«I nostri due punti fermi stasera a Bruxelles sono che il contributo della Germania al fondo salvastati europeo resta di 211 miliardi di euro. E la non violazione dei trattati europei», ha detto Merkel nel suo intervento nel Bundestag a Berlino.

Faremo di tutto per rimettere in piedi la Grecia
«Gli aiuti Ue ai paesi in difficoltà devono essere legati a severe condizioni», ha poi puntualizzato il cancelliere tedesco, sottolinendo che «l'Unione europea deve diventare un'Unione della stabilità».
C'è ancora «molto da fare» per risolvere i problemi della Grecia, problemi che non verranno superati con la sola svalutazione del debito, per quanto «il settore privato dovrà dare un contributo significativo». Ha affermato il cancelliere tedesco. «Il rapporto della troika mostra che la Grecia è all'inizio di un cammino lungo e difficile - ha dichiarato - L'obiettivo delle discussioni di stanotte dovrà essere una soluzione che porti il debito della Grecia al 120% del Pil entro il 2020». «Faremo tutto ciò che è in nostro potere per rimettere in piedi la Grecia il prima possibile» ha concluso il cancelliere.

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