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Questo articolo è stato pubblicato il 01 novembre 2011 alle ore 14:06.
Verso una patrimoniale?
«Personalmente credo che il crac dell'Italia sia un'ipotesi remota - continua Drusiani -. Anche perché il Governo ha in canna il bonus della patrimoniale che potrebbe giocare in caso di drammatico bisogno. In ogni caso la situazione resta d'estrema allerta perché c'è uno scollamento tra mercati e politica con la sensazione che i politici italiani non abbiano ancora capito la potenziale gravità della situazione».
BTp in portafoglio
Quindi, un risparmiatore che ha in pancia dei BTp, con prezzi scivolati anche sotto quota 90, che deve fare? «Se ha una quota non superiore al 15-20% direi che è ancora presto per preoccuparsi. Anche perché, come detto, in ultima ratio il Governo potrebbe intervenire con una patrimoniale e quindi ridurre la dinamica del debito pubblico. Certo nei prossimi giorni è probabile che la situazione resti tesa e possa anche ulteriormente peggiorare».
Paradossalmente, puntando su un drastico intervento in ultima ratio del Governo, a questi prezzi potrebbe essere un buon momento per prendere posizione? «È difficile dare indicazioni in tal senso. Consiglio in ogni caso - continua Drusiani - di non superare l'esposizione in titoli italiani al 15-20% del portafoglio». Per chi vuole muoversi in controtendenza meglio intervenire sul mercato primario (prenotando titoli in banca per partecipare alle aste del Tesoro) o sul mercato secondario (dove vengono scambiati in tempo reale i titoli già dal giorno successivo all'asta)? «In questo momento, dato che sul primario ci potrebbero essere interventi esterni per frenare la corsa dei rendimenti, è più trasparente nell'ottica di un'operazione di investimento il mercato secondario».
Insomma, nervi saldi in una fase estremamente delicata in cui il rischio Paese Italia sta aumentando e con esso il rendimento e la rischiosità dei titoli di Stato. Per sperare in un ritorno alla normalità, è opinione prevalente tra i gestori, bisogna confidare in un atteggiamento responsabile dei politici nell'attuare riforme drastiche, benché impopolari.
Il silenzio di Tremonti
«Premesso che l'attacco speculativo sull'Italia è irrazionale sulla base dei nostri fondamentali, il silenzio di oggi dei nostri esponenti di spicco del Governo non può far bene. In particolare, pesa il silenzio del ministro Tremonti», spiega un esperto.
Per il bene dell'Italia ci vorrebbe «un significativo trasferimento di soldi dai Paesi sani del Fondo monetario internazionale a quelli periferici - spiega alla Dowjones Fabio de Gasperi di InvestBanca, facendo riferimento a «una sorta di cordata in aiuto» degli Stati in difficoltà dell'Eurozona attraverso le risorse del Fmi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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