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Questo articolo è stato pubblicato il 14 novembre 2011 alle ore 13:51.

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Nicolas Sarkozy (Afp)Nicolas Sarkozy (Afp)

Da 575 a 475 (circa). Al momento l'effetto-Monti c'è stato sui mercati con lo spread tra BTp e Bund - di questi tempi usato più che mai come il termometro sulla percezione del rischio Paese e del livello di tensione finanziaria - "calmierato" di 100 punti base. In proiezione, ciò vuol dire un risparmio annuo di circa 6 miliardi per le casse dello Stato.

Si tratta di livelli ancora insostenibili sul lungo periodo e che, solo una decina di giorni fa, avremmo considerato più che allarmanti. Nell'attesa di scoprire le misure che il neo-premier Mario Monti effettivamente adotterà (e soprattutto se troveranno l'appoggio del nuovo Parlamento trasversale) la pressione dei mercati sembra si sia spostata sulla Francia.

Come mai? La Francia viaggia su un rapporto debito/Pil all'83% (inferiore al 120% italiano) ma a differenza dell'Italia dovrebbe essere in grado di andare in pareggio di bilancio solo nel 2017 (o al meglio nel 2016 se la nuova manovra supplementare da 65 miliardi di euro presentata a inizio novembre porterà agli effetti sperati). In ogni caso l'abbatimento del disavanzo francese è previsto tre o quattro anni dopo quello italiano, posto che gli obiettivi contenuti nella doppia manovra estiva varata dall'ormai ex governo Berlusconi vadano a buon fine.

In più, secondo quanto indicato dalla Banca de France, nel 2012 il Pil francese dovrebbe crescere dell'1% (e non più dell1,75% come inzialmente previsto). Senza dimenticare il deficit/Pil, ben lontano dal 3% stabilito dal trattato di Maastricht.

«La pressione si sta spostando da un target - l'Italia, che ora sembra sistemato - ad un altro, appunto la Francia», conferma un gestore.

Che i riflettori si siano spostati sulla Francia lo indicano gli opertori di Borsa. Ma basta leggere quello che sta accadendo sui mercati. Oggi il differenziale di rendimento tra gli Oat francesi a 10 anni e il Bund è balzato a quota 147 punti, non lontano dal picco a 170 punti base raggiunto la scorsa settimana in scia all'annuncio di un possibile taglio della Tripla A da parte di S&Poor's. L'agenzia di rating ha poi ammesso che si è trattato di un errore (clamoroso, su cui le autorità francesi hanno aperto un'inchiesta) ma sulla tenuta della Tripla A francese, al di là della clamorosa svista a mercati aperti dell'agenzia di rating statunitense, sono in molti a ritenere che sia in ogni caso in bilico. Proprio in ragione dei problemi di bilancio che stanno adesso riverberanno sui mercati finanziari.

Allo stesso tempo, è vero che lo spread Oat-Bund non è sui massimi, ma resta pur sempre superiore dell'80% rispetto alla media degli ultimi 3 mesi (88 punti). In più il listino parigino è oggi il peggiore (-1,65% rispetto al -0,6% di Francoforte) e nelle ultime sedute ha performato meno delle vicine europee, in netto rialzo in scia all'effetto-Monti.

Il test di giovedì
Parigi è intanto attesa al test che il mercato obbligazionario terrà giovedì, quando la Francia collocherá giovedì buoni del tesoro per un valore compreso tra 6 e 7 miliardi di euro. Lo ha annunciato l'Agence France Tresor (Aft), la societá pubblica francese che gestisce il debito pubblico. I buoni del tesoro che saranno messi all'asta avranno come data di scadenza 2013, 2015 e 2016.

http://www.twitter.com/vitolops

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