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Questo articolo è stato pubblicato il 15 novembre 2011 alle ore 13:03.
La norma più attesa delle nuove regole Ue per le agenzie di rating, ovvero la sospensione temporanea dei giudizi per i debiti degli Stati per i quali è in corso un programma di assistenza finanziaria internazionale, è stata rinviata. Lo ha detto il commissario ai servizi finanziari Michel Barnier presentando le proposte della Commissione Ue adottate oggi.
«Ho ritenuto di posticipare questa norma - ha spiegato - perchè occorre più tempo per accompagnarla con misure tecniche». Fra le proposte già decise, ha ricordato Barnier, ci sono la diminuzione della dipendenza dai giudizi delle agenzie di rating, norme più stringenti sui rating per i debiti sovrani, che dovranno essere notificati agli Stati interessati 24 ore prima che al mercato, e regole più chiare sulle compagini azionarie delle agenzie.
In giornata una stretta per frenare la speculazione aui titoli di Stato è arrivata dall'Europarlamento che ha approvato a maggioranza nuove norme che limitano le vendite allo scoperto e le transazioni sui Cds, i derivati che assicurano sui rischi dei debiti sovrani. Con le nuove regole, proposte dalla Commissione, sarà obbligatoria una maggiore trasparenza su questi prodotti rendendo più difficile la speculazione sui rischi di «default» degli Stati.
Sarà vietato, in particolare, i cosiddetti Cds nudi (cioè quelli trattati senza detendere i titoli su cui ci si assicura). Il regolamento approvato precisa il ruolo dell'Autorità europea di controllo dei mercati, Esma, nella limitazione delle vendite allo scoperto: l'autorità farà da «arbitro» nel caso in cui un'autorità nazionale voglia introdurre misure straordinarie in situazioni di emergenza.
Le norme sono state approvate con 507 voti a favore, 25 contrari e 109 astensioni; ora il nuovo regolamento deve essere formalmente approvato dal Consiglio nelle prossime settimane per entrare in vigore in tutta l'Unione Europea nel novembre 2012.
«È la prima volta che la Ue proibisce un prodotto che serve a speculare sugli Stati» ha osservato il relatore per il Parlamento europeo, l'ecologista francese Pascal Canfin, membro della Commissione ECON.
«Noi del Parlamento - ha affermato Canfin - eravamo i soli a volere questo provvedimento. Abbiamo vinto la battaglia con il Consiglio ed abbiamo dimostrato che siamo capaci di far venire i governi dalla nostra parte».
Nel provvedimento sono comunque previste eccezioni allo stop ai Cds "nudi", che possono essere ammessi quando un paese teme riflessi sul proprio debito sovrano. Tali eccezioni sono comunque limitate nel tempo e sottoposte alla verifica dell'autorità europea sui mercati.
Per quanto riguarda le vendite allo scoperto si è deciso di creare un pacchetto di regole comuni per i 27 con le quali si aumenta il livello di informazioni da comunicare alle autorità di supervisione nazionali ed europee, già a livello di 0,5% del capitale emesso. Il Parlamento chiedeva che si imponesse l'obbligo di depositare a fine giornata l'equivalente della vendita allo scoperto. Nel compromesso trovato con il Consiglio e approvato oggi si chiede che si fornisca «una ragionevole aspettativa di poter essere in grado» di poter acquistare o farsi prestare sul mercato i titoli che si sono venduti allo scoperto.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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