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Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2011 alle ore 22:10.
L'ultima modifica è del 16 novembre 2011 alle ore 08:28.

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Brusco peggioramento per gli indici della Borsa americana negli ultimi minuti di contrattazione. Al termine degli scambi il Dow Jones segna un ribasso dell'1,58%, il Nasdaq dell'1,73% mentre l'S&P500 lascia sul parterre l'1,66 per cento. La ragione del brusco calo degli indici è da collegare a una nota di Fitch. Secondo l'agenzia di rating un peggioramento della crisi dei debiti sovrani dell'Eurozona potrebbe mettere a "serio rischio" anche le banche americane. Fitch definisce "gestibile" la loro esposizione in titoli dei paesi a rischio (Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Italia). Se tuttavia dovesse esserci un contagio dalla periferia al centro della crisi dell'Eurozona, come l'impennata degli spread di paesi tripla A come la Francia farebbe pensare, anche la stabilità del credito Usa potrebbe peggiorare. Le vendite penalizzano quindi i titoli delle banche in particolare i titoli di Morgan Stanley (-7,72%) e Goldman Sachs (-4,24%).

Petrolio oltre i 100 dollari al barile
La giornata dei mercati è stata segnata anche dall'impennata del prezzo del greggio che ha chiuso a New York sopra i 102 dollari al barile. È un livello che non vedeva dal giugno scorso. A sostenere l'apprezzamento del greggio ha contribuito la pubblicazione del dato sugli stock settimanali di petrolio, calati di 1,056 milioni di barili, e di alcuni dati macro migliori delle attese. La produzione industriale di ottobre, ad esempio, è cresciuta dello 0,7%, ben oltre le attese degli analisti che erano per un rialzo dello 0,4%. Positivi anche i dati sui flussi di capitale. A settembre gli investitori stranieri hanno aumentato i loro holdings di Securities americane a lungo termine nella misura di 65,8 miliardi. Tra i dati macro di giornata si segnalano anche quelli sui prezzi al consumo negli Stati Uniti, calati in ottobre dello 0,1% contro le attese degli analisti di una performance invariata rispetto al mese precedente. La componente core è invece cresciuta dello 0,1%, come da previsioni del consensus.

La giornata delle Borse europee
Contrastata la seduta delle borse europee nel giorno in cui Mario Monti ha comunicato la lista dei ministri che faranno parte del nuovo governo. Al termine degli scambi il saldo è positivo per gli indici Ftse Mib e Ftse It All Share che guadagnano lo 0,79 e lo 0,77 per cento. Simile l'andamento del Cac40 di Parigi (+0,52%) mentre il Dax 30 di Francoforte e il Ftse 100 di Londra chiudono appena sotto la parità. Sui listini pesa l'incertezza dopo le dichiarazioni all'Europarlamento del presidente della Commissione Ue, Josè Barroso che ha definito «sistemica» la crisi attuale per affrontare la quale è necessario prendere «ulteriori misure». Secondo Barroso «se non sarà sufficiente tagliare la spesa pubblica per riequilibrare i bilanci sarà necessario prevedere una tassazione dei patrimoni più ingenti».

Si allenta la tensione sugli spread
Dopo una mattinata di tensione si allenta la pressione sui debiti sovrani dell'eurozona. Lo spread Btp-Bund resta comunque alto intorno ai 515 punti base, col rendimento del decennale italiano al 6,98%. Il differenziale tra titoli francesi e tedeschi si restringe a 185 punti, mentre quello della Spagna è poco mosso a 455 punti.

Focus Piazza Affari
Tra i singoli titoli a Piazza Affari si segnala il tonfo di Banca Popolare di Milano che cede il 13,18 per cento allineandosi al prezzo di 0,3 euro dell'aumento di capitale. Continua a soffrire il titolo Finmeccanica (-3,53%) dopo la trimestrale che ha certificato una perdita da 767 milioni di euro. Chiude in leggero rialzo Unicredit nonostante Moody's abbia messo sotto osservazione il rating di Piazza Cordusio per un possibile downgrade. Chiude positiva anche Intesa Sanpaolo (+0,66%) dopo la conferma dell'indiscrezione del Sole 24 Ore che aveva dato l'attuale ad come uno dei nomi scelti da Monti per la sua squadra di governo, come poi avvenuto. La banca ha fatto sapere in una nota che la guida passerà a Marco Morelli.

Focus mercati asiatici
La Borsa di Tokyo ha terminato la sessione di mercoledì in calo: la rinnovata forza dello yen pesa sui gruppi esportatori. In chiusura, l'indice Nikkei dei 225 blue chip ha perso lo 0,92% a 8.463,16 punti. Il più ampio indice Topix di tutti i titoli del primo mercato a sua volta ha ceduto lo 0,93% a 724,11 punti. L'attività è rimasta fiacca. Tra i singoli titoli Olympus Corp è balzata del 15,63% con gli investitori che ricomprano i titoli sulla speranza che alla società non venga revocata la quotazione nonostante recente scandalo finanziario.

Chiusura negativa per le piazze finanziarie cinesi. A Shanghai il Composite Index perde il 2,48% a 2.466,96 punti, mentre a Shenzhen il Component Index archivia la seduta a 10.313,33 punti (-2,55%).

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