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Questo articolo è stato pubblicato il 08 dicembre 2011 alle ore 14:51.

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Ulteriori misure eccezionali per contrastare la crisi e l'urgenza di un nuovo patto fiscale, con riforme molto ambiziose, per rilanciare l'economia dell'Eurozona. Ne ha parlato il presidente della Bce, Mario Draghi, nella conferenza stampa a seguito del tradizionale meeting del Consiglio direttivo dell'Eurotower, durante il quale è stato deciso («la discussione è stata accesa e le decisioni non sono state prese all'unanimità ma a maggioranza», ha rivelato Draghi) un taglio del tasso di riferimeno dall'1,25% all'1 per cento.

Il presidente Bce ha escluso categoricamente un'imminente fine dell'euro e l'ipotesi di un piano delle banche centrali europei per prepararsi all'ipotesi del ritorno alle valute nazionali: «Sarebbe imprudente creare piano di contingenza su una contingenza che si ritiene non abbia alcuna probabilità». Tuttavia sono state respinte le ipotesi sulla possibilità che l'istituzione si metta a monetizzare i debiti pubblici. Non si profila quindi nessuna consistente espansione degli acquisti di titoli di Stato della Bce. Niente prestiti, inoltre, al Fmi. «Dobbiamo rispettare lo spirito dei trattati», ha detto Draghi. Parole che hanno deluso i mercati, al punto che le piazze finanziarie hanno accusato netti cali nel pomeriggio e lo spread BTp-Bund è tornato a salire ben oltre quota 400, Milano su tutte.

Le misure a favore del sistema del credito
Primo: la Bce lancerà due rifinanziamenti straordinari a favore delle banche della durata di 36 mesi, allo scopo di garantire l'accesso alle liquidità agli istituti di credito. Secondo, saranno più accomodanti i criteri sul collaterale. La Banca centrale europea, infatti, ha ampliato la gamma di titoli che le banche possono fornire come collaterale, cioè come garanzia in cambio di liquidità, includendovi fra l'altro le Abs (asset-backed securities), i titoli garantiti da attivi come i mutui.

Le date delle aste: 21 dicembre e 29 febbraio
Le due aste di rifinanziamento a 36 mesi annunciate oggi dal governatore della Bce, Mario Draghi, si terranno rispettivamente il 21 dicembre, con scadenza il 29 gennaio 2015, e il 29 febbraio 2012, con scadenza il 26 febbraio 2015. Come ormai di consueto, i fondi verranno assegnati a tasso fisso e ammontare illimitato. Le banche avranno l'opzione di ripagare, in parte o in toto, l'ammontare dopo un anno e successivamente secondo scadenze prefissate. Le controparti dovranno avvisare le rispettive banche centrali almeno sette giorni prima della scadenza circa la propria volontà di rimborsare i fondi. Le banche che hanno partecipato all'asta a 12 mesi del 6 ottobre 2011 potranno spostare il finanziamento ricevuto all'asta alla prima asta a 36 mesi che sarà condotta il 21 di dicembre.

Tensioni dei mercati minano la ripresa economica dell'eurozona
Misure necessarie ancorché temporanee, viste «le intensificate tensioni sui mercati finanziari continuano a danneggiare l'attività economica nell'area euro e lo scenario resta soggetto ad un'alta incertezza e sostanziali rischi al ribasso». Inoltre le tensioni dei mercati «continuano a minare» la ripresa economica dell'area euro, su cui permangono elevati rischi di rallentamento. Draghi, in effetti, ha annunciato una drastica revisione in peggio delle previsioni di crescita economica da parte dei tecnici della Bce: ora si attendono che si attesti tra il meno 0,4 per cento e il più 1,1 per cento sul 2012 e tra il più 0,3 per cento e il più 1,2 per cento sul 2013. L'inflazione resterà superiore al 2% ancora per i prossimi mesi e il tasso d'espansione resterà moderato, ha precisato Draghi. Di conseguenza, non potrà esere esercitata una pressione eccessiva sui salari.

Prestiti a Fmi legalmente complicati
«Sarebbe molto complicato da un punto di vista legale» che la Bce possa prestare dei mezzi freschi al Fondo Monetario Internazionale, di cui peraltro non è membro. Lo ha detto il governatore della Bce, Mario Draghi, in conferenza stampa a Francoforte. «Dobbiamo rispettare lo spirito dei trattati», ha detto Draghi. «Lo spirito dei trattati - ha aggiunto - è che uno stato non può aggirare il divieto facendo passare il denaro per vie traverse come avverrebbe se la Bce dovesse dare finanziamenti all'Fmi perché questo poi lo giri agli stati europei».


Draghi: «Mai discusso un limite agli spread»
La Banca centrale europea «non ha mai discusso l'ipotesi di mettere un limite ai rendimenti» o agli spread dei Paesi in difficoltà. Così Mario Draghi, alla domanda se la Bce stia preparando un rilancio degli acquisti di titoli di Stato dopo l'attuazione di un «contratto di bilancio» nella Ue.

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