Giallo sugli spread. Il differenziale di rendimento tra BTp e Bund a 10 - utilizzato più che mai in questo momento come termometro del sentiment degli operatori e della crisi - è a 530 o sotto i 500 punti base? Secondo alcuni operatori questa sorta di "calcolatore della crisi" ha abbondantemente e nuovamente superato la soglia psicologica dei 500 punti, secondo altri no.

Dove sta la verità? Da ambo le parti perché da ieri - come comunicato dal ministero dell'Economia - è cambiato il BTp preso a riferimento per il calcolo. Non più, quello con scadenza a settembre 2021, ma quello con scadenza marzo 2022. Il nuovo titolo, spiega il comunicato, da meno tempo presente sul mercato, è caratterizzato da minore liquidità con effetti sfavorevoli nel confronto con l'omologo titolo tedesco.

Il tempo, insomma, passa anche per i titoli di debito e, per avere una dimensione più realistica della scadenza a 10 anni, bisogna anche aggiornare i titoli benchmark (di riferimento) su cui calcolare lo spread.

Cosìcché, alle 17,30 di ieri sera, chiusura del mercato italiano, il differenziale BTp/Bund era di 507 punti base calcolato sui titoli marzo 2022 e di 473 sui benchmark settembre 2021.

Questa mattina con il sistema di calcolo "sfalsato" per questi motivi tecnici lo spread è arrivato a quota 539, ma in realtà non ha mai superato quota 500.

L'equivoco - ci si augura - dovrebbe terminare fra qualche ora dato che le piattaforme di calcolo degli spread stanno aggiornando al 2022 anche il Bund di riferimento. Prendendo il Bund con scadenza gennaio 2022 coupon 2%, rispetto al Bund settembre 2021 (2,25%), utilizzato fino a poche ore fa per il calcolo dello spread.

Quindi, a conti fatti, lo spread non ha mai "realmente" superato nelle ultime ore la soglia psicologica dei 500 punti. Non che, ovviamente, il livello reale attuale (495 punti alle ore 11) non sia da considerare "critico" se formalizzato nelle prossime aste di titoli di Stato sul mercato primario.

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